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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca San Donato di Lecce

Cattivi odori dai centri per i rifiuti, un paese intero in ostaggio. Allarme del sindaco

Ezio Conte, primo cittadino di San Donato di Lecce, denuncia l'esasperazione di una comunità prigioniera dei miasmi provenienti dagli impianti di Cavallino che oramai stazionano fin dentro le abitazioni. Ci sono timori anche per l'ordine pubblico

SAN DONATO DI LECCE – Ostaggio dei cattivi odori, prigionieri nel proprio paese. Sono 5mila gli abitanti di San Donato di Lecce costretti a convivere da anni con i miasmi provenienti dagli impianti per la gestione dei rifiuti che insistono sul territorio di Cavallino, in primo luogo dalla discarica. Ma negli ultimi giorni la situazione è divenuta così insostenibile che il sindaco, Ezio Conte, non esita a parlare di “emergenza ambientale” con rischio di calamità naturale.

Il primo cittadino del comune dell’hinterland leccese è esasperato. E’ come se una cappa insopportabile, che si aggiunge a quella dell’afa agostana, abbia isolato San Donato dal resto del Salento. Nemmeno nelle proprie abitazioni, i cittadini riescono a trovare scampo: d’altra parte le elevate temperature obbligano, almeno in orario serale ad aprire le finestre.

D’altra parte che non si tratti di una psicosi di massa o di una battaglia di campanile è comprovato anche dal sequestro preventivo decretato dal giudice per le indagini preliminari, Simona Panzera, a latere dell’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Antonio Negro. Il 9 giugno scorso i sigilli sono stati apposti all’impianto di trattamento dei rifiuti solidi urbani e alla relativa discarica di servizio – gestite dalla ditta “Ambiente e sviluppo” – nonché al centro di produzione di cdr dell’azienda “Progetto ambiente della provincia di Lecce srl”. Quest’ultimo è stato però dissequestrato su decisione del Tar di Lecce perché i cattivi odori lamentati continuamente in esposti e segnalazioni non sarebbero in alcun modo associabili al trattamento della frazione secca.

Il sindaco di San Donato ha oggi inoltrato una diffida formale alle due ditte, alla Provincia di Lecce, ad Arpa Puglia e alla Asl (per conoscenza anche al prefetto, Giuliana Perrotta) riservandosi di presentarsi anche presso la procura della Repubblica. La richiesta è quella di verificare l’efficienza del ciclo di trattamento di rifiuti: per Conte non basta verificare il mantenimento entro la soglia di legge dei valori per quanto concerne le emissioni inquinanti, ma di fare in modo che si attuino tutte le misure possibili per limitare i miasmi che starebbero causando malesseri nella popolazione. E il primo cittadino teme che la preoccupazione per le conseguenze sanitarie e ambientali possa ora sfociare anche in problemi per l’ordine pubblico.

La questione, naturalmente, non è circoscritta a San Donato di Lecce:proteste si sono registrate anche San Cesario di Lecce e nella stessa Cavallino.

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