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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Dimentica il telefonino in ospedale, ma era di un altro: scatta la denuncia

Nuovi guai per un 36enne che solo qualche giorno fa è stato arrestato per furto in appartamento. Ora è indagato per essersi impossessato di uno smarthone in un’abitazione a Lecce

LECCE - Lascia il cellulare in ospedale, ma si scopre che non è lui il legittimo proprietario e per questo ora è indagato per furto. E non è la prima volta che viene denunciato per lo stesso reato. Il responsabile, infatti, sarebbe proprio il 36enne Adnan Ibrahim, originario del Pakistan, che è stato arrestato tre giorni fa, dopo che gli agenti della Sezione Volanti l’avevano sorpreso mentre provava a entrare in un appartamento nel quartiere Rudiae, a Lecce. Sono diversi i reati di cui l’uomo si sarebbe macchiato nel tempo, oltre ai furti: violenza sessuale, numerosi danneggiamenti, anche tramite incendio.

L’ultimo episodio che lo riguarda risale al 21 maggio scorso, quando gli agenti del commissariato di Galatina erano giunti nel pronto soccorso dell’ospedale civile locale, in quanto un medico di turno aveva ricevuto in consegna dal personale sanitario uno smartphone. Era stato lasciato lì da un paziente, risultato essere il 36enne, arrivato il giorno prima su un’ambulanza del 118, proveniente da Monteroni di Lecce, per un malessere e che, in attesa di effettuare il triage, si era allontanato precipitosamente.

Dalle verifiche svolte dai poliziotti sul cellulare, attraverso il codice numerico identificativo Imei, è risultato che questo appartenesse a un uomo residente a Lecce che proprio in quei giorni aveva sporto denuncia per il furto subito nella sua abitazione da parte di una persona di nazionalità straniera, riuscita a impossessarsi di un telefono senza scheda.  

Per Ibrahim quindi è scattata una denuncia a piede libero.

Tra le azioni di cui è accusato c’è l’incendio, avvenuto all’inizio del mese nei pressi della stazione ferroviaria, di alcuni carrellati per la raccolta dei rifiuti e di una colonnina della rete elettrica; qualche giorno dopo, di un altro carrellato bruciato. A seguire un contenitore dei rifiuti distrutto nello stesso modo, tra le minacce a un addetto alle pulizie della stazione che aveva telefonato al 113. E ancora, dopo 48 ore, il 36enne era stato sorpreso in un parco attrezzato in via Adriatica dove avrebbe danneggiato infissi e suppellettili oltre ad aver tentato di rubare alcuni pezzi di argenteria. Qualche notte addietro, infine, era stato bloccato in un bagno pubblico che aveva allagato dopo aver danneggiato lo scaldabagno.

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