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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Otranto

Discarica abusiva: ripulita dopo cinque anni

Anche se parzialmente, dopo quasi cinque anni, la zona Faghi a Otranto è stata ripulita. Ora i residenti aspettano che l'amministrazione decida per la sistemazione decorosa e definitiva dell'area

Le discariche a cielo aperto stanno diventando una spiacevole consuetudine che tende a moltiplicarsi. Ma che dire se una discarica abusiva cresce inspiegabilmente in una delle vie principali di una città? Non è fantascienza e non c'è bisogno di spingersi a Taranto o Napoli, perché è proprio quanto successo ad Otranto: in via Antonio Primaldo, nella zona Fanghi, a ridosso del campo di calcetto e di alcune abitazioni, di fronte al cimitero comunale, dove era stata creata una vera e propria discarica. Per colpa di chi, come al solito, non è dato saperlo. Per fortuna, però, non esistono solo cattive notizie e quell'obbrobrio è stato finalmente rimosso. A spiegare meglio i dettagli della vicenda è un lettore di LeccePrima, Luciano Esposito, di Otranto, che ha seguito quotidianamente la storia della discarica. In una lettera racconta: "Da anni e anni segnalavo a chi di dovere ed anche alla stampa, la presenza, senza giustificazione, di una vera e propria discarica a cielo aperto, per la presenza di materiali e rifiuti altamente pericolosi, anche ferrosi, sparsi disordinatamente su un ampio terreno in evidente stato di abbandono ormai da lungo tempo e in un contesto di generale degrado ambientale, ma ciò nonostante frequentato da numerosi bambini di ogni età".

Il campo di calcetto è frequentato da molti bambini e adolescenti, che quasi ogni pomeriggio ci vanno a giocare; ma ci sono anche molti adulti, che si ritrovano settimanalmente per sfidarsi a bocce. Esposito sottolinea come "la cosa non veniva notata da nessuno, nonostante il transito quasi obbligato di Via Antonio Primaldo, da parte degli amministratori locali e delle personalità pubbliche a volte in determinate circostanze percorsa dagli stessi anche a piedi. Uno scenario raccapricciante che si ripresentava ogni mattina (anche questa è qualità della vita) davanti agli occhi dello scrivente che aveva visto solo nelle zone del terzo mondo". E aggiunge: "La rabbia è scattata quando, alcuni giorni fa, era apparso un manifesto, fatto affiggere in città dall'amministrazione locale, con il quale si informava i cittadini che sarebbero stati multati in caso di abbandono di materiali vari fuori le mura della città. La politica ambientale manifestata cozzava con quanto segnalato, poiché doveva essere essa stessa sanzionata in tutti i sensi per aver consentito e mantenuto una grossa discarica all'interno della città".

Ed ecco l'epilogo della vicenda: "Finalmente, l'annosa questione (dopo quasi cinque anni) è stata risolta, anche se parzialmente, la mattina del 20 agosto. Il tutto, in attesa, che l'attuale amministrazione decida la destinazione e la sistemazione decorosa e definitiva dell'area. La zona Fanghi dopo una lunga battaglia personale si è liberata di quelle montagne di materiale pericoloso, soprattutto per i bambini". Altri particolari rendono meglio l'idea di cosa fosse la discarica: "Per bonificare parzialmente lo spazio verde in questione, donato al Comune di Otranto da un privato cittadino, dai numerosi detriti, ferrami ecc.. sono stati necessari ben 25 viaggi di un grosso camion!!!". Esposito chiude la sua lettera con un ringraziamento pubblico "al Dr. Francesco Vetruccio, Vicesindaco del Comune di Otranto, il quale, contattato circa venti giorni prima, contrariamente alle altre persone in precedenza contattate, non ha esitato, anche se in pieno agosto, di disporre per la bonifica dell'area verde".

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