Discarica di Parachianca, il Forum ambiente chiede l'intervento di Emiliano
Per l'associazione ambientalista la Regione deve esprimere la sua contrarietà, non concedendo le autorizzazioni necessarie
LECCE – Il Forum ambiente e salute Lecce intervien per dire no alla nuova discarica di rifiuti speciali in territorio di Lecce, contrada Parachianca, che sta provocando un enorme allarme nelle comunità del nord leccese, già espresso nell’incontro dei sindaci dell’area del 5 settembre scorso. La nuova discarica, sottolineano gli esponenti, subentra allo sventato pericolo di raddoppio della megadiscarica di Cavallino, gestita da uno dei proponenti di quest’ultimo progetto; e si affianca a quello di un nuovo impianto di compostaggio nel sito di Cavallino.
“Il progetto di Parachianca – si legge in una nota del Forum – rappresenta l’ultimo step di un persistente processo nefasto di smaltimento in discarica di quote rilevanti di rifiuti speciali: in quanto tali il loro riciclo produttivo si presenta ancor più necessario e agevole. Inoltre come struttura privata si contrappone alla logica della nuova normativa della Regione che prevede impianti di smaltimento dei rifiuti in mano pubblica: strategia per ridurre le criticità e il malaffare e tutti gli interessi privatistici che allignano soprattutto nella fase dello smaltimento”.
Gli ambientalisti evidenziano le particolari criticità dell’impianto: “La localizzazione distante 2 o 3 chilometri dai paesi più vicini; il mix enorme di tipologia di rifiuti da smaltire (dal Cdr a ceneri da combustione, a rifiuti sanitari, a rifiuti da impianti di trattamento rifiuti, fanghi, macchinari e veicoli obsoleti, e altro) che collimano e si sovrappongono alla tipologia di rifiuti speciali pericolosi; il rischio inquinamento della falda; le emissioni nocive dalla combustione del biogas prodotto”.
La nuova discarica si affiancherebbe all’impianto Biosud di combustione da diversi anni in attività a pochi chilometri a nord di Lecce, i cui fumi soprattutto incidono pesantemente sulla qualità dell’aria e sulla salute, compromesse già da quelli di Cerano e del petrolchimico.
“Noi confidiamo - spiegano – in una coerente e determinata contestazione (da produrre in ogni fase del procedimento autorizzativo o e in ogni sede) da parte degli enti direttamente e indirettamente coinvolti e di tutte le associazioni impegnate nella tutela del territorio e della salute. Ciò può e deve trovare un doveroso sostegno in una presa di posizione pubblica, immediata, netta, chiara, da parte anche del presidente Emiliano, sull’insostenibilità di tale progetto rispetto alla nuova strategia per lo smaltimento dei rifiuti che la Regione intende praticare, e che noi auspichiamo si riconduca al principio “rifiuti zero” in discarica e da incenerire, grazie al recupero e al riciclaggio finora assai precari: principio che in altre regioni è un percorso virtuoso da tempo e con successo perseguito”.
Secondo il Forum “la Regione deve esprimere la sua contrarietà, non concedendo le autorizzazioni necessarie per svincolare il sito della discarica dalla destinazione attuale a cava estrattiva. Le cave prevedono, alla fine della loro coltivazione, progetti di recupero ambientale che andrebbero rispettati e non derogati a favore di discariche, che finora hanno ospitato enormi quantità di rifiuti anche speciali e pericolosi oltretutto provenienti anche da altre regioni italiane”.