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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Melissano / Via Montecervino- Zona Industriale

Colline nella zona industriale. Ma è una discarica di 5 mila metri

Tre persone sono finite nei guai a Melissano, per aver realizzato una discarica di rifiuti speciali pericolosi, senza le regolari autorizzazioni. Abbandonati sul terreno, anche eternit e altri materiali nocivi. Accatastati fino a formare un cumulo alto

MELISSANO - Morbide e sinuose colline, che farebbero gola a qualunque cultore della natura. Peccato, però, che sotto a a queste sculture slanciate verso il cielo, ci fossero  numerosi rifiuti ammassati. Peraltro tossici. Nella zona industriale di Melissano, nei pressi di di via Montecervino, i carabinieri della stazione di Melissano sono infatti intervenuti, sequestrando un'area di 5 mila e 300 metri quadrati, adibita a discarica. Rigorosamente abusiva.

Una casalinga, F.M., già nota alle forze dell'ordine e un'imprenditrice, entrambe di 46 anni, sono finite nei guai assieme ad una terza persona, F.S., autonoleggiatore 48enne, tutti residenti a Melissano e ora denunciati on l'accusa di violazione dell'art.. 256 comma 3 del d.lgs 152/2006, in materia ambientale. Hanno infatti realizzato una discarica di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi costituiti dai citati materiali senza le autorizzazioni obbligatorie.

La discarica sequestrata dai carabinieri

A seguito di un'attività investigativa che  hanno condotto nel tempo, i militari dell'Arma sono intervenuti in questa ennesima operazione finalizzata alla repressione dei reati legati all'ambiente. La scena alla quale hanno assistito, non è stata di certo tra le più estetiche: rifiuti speciali altamente inquinanti come plastica, eternit, rifiuti da potatura di piante e  pneumatici usurati. Ma anche del materiale elettrico e plastico, fili elettrici, scarti hardware e piccoli elettrodomestici abbandonati sul terreno. O meglio, sotto il terreno. I tre, hanno realizzato una discarica di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, senza le autoirzzazioni previste dalla legge. La morfologia del terreno, infatti, è risultata talmente danneggiata e deformata che, il livello del terreno, è stato innalzato di circa 3 metri rispetto al piano naturale. Segno inequivocabile del fatto che i tre avessero messo in piedi ormai da tempo l'attività illecita. L’intera area è stata sottoposta a sequestro, su  disposizione dell’autorità giudiziaria di Lecce.

 

 

 

 

 

 

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