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Cibo e bevande vietati nei lidi. Con perquisizione all'ingresso

Bagnanti perquisiti all'ingresso del lido? Ma chi avrebbe infilato le mani nei borsoni per verificare se vi fossero panini farciti e bibite acquistate al supermercato, non erano certo agenti ma gli addetti allo stabilimento

LECCE – Bagnanti perquisiti all’ingresso del lido? Ma chi avrebbe infilato le mani nei borsoni per verificare se lì dentro vi fossero panini farciti in casa e bibite acquistate al supermercato, non sarebbero stati certo agenti delle forze dell’ordine, ma gli addetti allo stabilimento. Già.

“E’ vietato introdurre nello stabilimento balneare cibo e bevande”. Quanti di questi cartelli sono stati letti questa estate all’ingresso dei lidi cosiddetti “privati”? Tanti. E allora ecco cosa scrive un lettore del nostro giornale che commenta, a proposito della cartellonistica dei divieti all’ingresso di alcuni lidi: “ Sono venuto a conoscenza di un fatto accaduto di recente in un noto stabilimento della costa ionica. Un collega si è presentato per trascorrere un fine settimana nei pressi di questo stabilimento. Bene, gli hanno chiesto il pagamento per l'ingresso alla spiaggia, il costo dell'ombrellone, lievitato tra il sabato alla domenica, ma la cosa che mi lascia sconcertato è stato il fatto che gli è stato impedito di portare all'interno dello stabilimento la borsa frigo con acqua e generi vari per i suoi bambini. Addirittura, durante l'ingresso della famigliola nello stabilimento, sono stati eseguiti dagli addetti controlli nei borsoni. Ai clienti è stato raccontato che l'ordinanza vieta l'ingresso negli stabilimenti di bevande ed alimenti perché dovevano essere acquistate all'interno dello stesso. Qualcuno sa darmi una risposta in merito a quel che accade?

“Se le cose fossero andare davvero così, tutto questo avrebbe dell’assurdo, perché gli addetti agli stabilimenti non hanno alcuna autorizzazione al controllo dei borsoni all’ingresso delle strutture”. A parlare è il presidente di Assobalneari Salento FederBalneari, Mauro Della Valle,  l’associazione che conta 180 gestori di lidi nel Salento. “Le regole sono scritte nelle ordinanze balneari della Regione Puglia – spiega Della Valle - una delle quali recita che non si possono consumare cibi e bere bevande sulle spiagge libere, quindi comunali, se queste non sono attrezzate con aree per il pic-nic. Aree che personalmente non ha mai visto. Diverso è per i lidi balneari a pagamento. Il gestore in questo caso dovrebbe fare consumare ai clienti cibo e bevande, acquistate nel lido, ma nel punto ristoro dello stabilimento, senza che bottiglie, lattine e contenitori per alimenti vengano portati sulla spiaggia. Ci sono in ballo 2.500 euro di sanzione se invece ciò si dovesse verificare”.

“Ma quello che mi sforzo mi dire agli associati è di usare il buon senso. Siamo in un momento di crisi economica, per cui se una famiglia è disposta a pagarsi sdraio e ombrellone, il frigo bar portato da casa non può rappresentare un severo divieto per i gestori. Certo – aggiunge il presidente di Assobalneari – proprio nel rispetto delle ordinanze regionali non potremmo mai permettere che sotto i nostri ombrelloni si imbandiscano pranzi veri e propri”.

E sempre in tema di gestione dei lidi balneari, questa mattina, manco farlo apposta, il consigliere di minoranza al Comune di Lecce Carlo Salvemini pubblica su Facebook un intervento, che suona così: “Quest'anno, girando per il Salento, era frequente imbattersi in questi avvisi all'ingresso dei lidi. Una novità assoluta che ha spiazzato tantissimi turisti locali e non. Ci sono altri modi per garantire ordine decoro pulizia sulla spiaggia: fra tutti questo pare totalmente inadeguato. Si può legittimamente scegliere di selezionare la propria clientela fissando prezzi per lettini e ombrelloni tali da scoraggiare il cittadino medio. Ma non c'è disposizione alcuna che possa impedire a chi usufruisce del servizio spiaggia, sostenendo ogni giorno una spesa impegnativa, di consumare bevande o panini portati da casa. Allestire, come ormai avviene ovunque, attrezzatissimi e accoglienti punti ristoro, qualifica e arricchisce l'offerta del lido: ma non deve diventare una sgradevole minaccia (tra l'altro non sanzionabile) per la clientela. L'ospitalità e l'accoglienza del Salento devono e possono fare a meno di questi divieti”.

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