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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

"Qui non puoi fotografare": donna ripresa nell'atrio di Palazzo dei Celestini

Dopo l'attentato di Tunisi, si innalza il livello di attenzione anche a Lecce. Per esempio, scattare fotografie in prossimità di un obiettivo sensibile può essere occasione di un controllo: come è accaduto ad una donna nell'atrio di Palazzo dei Celestini

LECCE – Per comprendere i tempi che corrono, in cui tutto sembra apparentemente normale, fa un certo effetto registrare l'episodio di cui è stata involontaria protagonista una donna, nel mezzo del cortile di Palazzo dei Celestini: intenta a inquadrare nell'obiettivo del suo IPhone la facciata della parte di edificio che ospita la Provincia (un'altra parte è sede della prefettura), è stata ripresa dall'agente della polizia di stato in servizio di piantone che le ha fatto presente il divieto di effettuare fotografie. Naturalmente il monito ha lasciato di sasso la donna, che poi ha raccontato quanto le era accaduto in un post su Facebook. 

Si tratta, tra l'altro, di una giornalista che conosce "i ferri del mestiere" e che in quel luogo ci passa, anche per impegni di lavoro, con una certa frequenza. Essendo però lì in "borghese", in un primo momento non ha ritenuto di doversi qualificare dal punto di vista professionale. Alla richiesta di delucidazioni, l’agente di turno ha addotto di aver semplicemente eseguito disposizioni ricevute. A prima vista la circostanza è abbastanza singolare: si tratta di un luogo aperto al pubblico passaggio dal mattino presto fino alle 21, attraversato ogni giorno da turisti e cittadini  per portarsi da via XXV luglio a via Umberto I e viceversa.

La spiegazione dell'episodio, da fonte ufficiale, riporta però l'analisi a ragioni più profonde: dopo l'attentato di Tunisi, che al pari di quello di Parigi, ha avvicinato anche emotivamente lo spettro del fondamentalismo e del terrorismo al Mediterraneo, è stato innalzato il livello di controllo attorno a tutti gli obiettivi ritenuti sensibili. Le direttive centrali sono molto chiare: bisogna monitorare con particolare attenzione anche scuole e sedi di partito, chiese e giornali, oltre naturalmente a uffici istituzionali. E atteggiamenti ritenuti insoliti o sospetti, devono essere verificati. E' bene che si sappia quindi che può capitare a chiunque quanto occorso oggi.

Tra l'altro, il divieto di fotografare siti di interesse militari e comunque sensibili non è certo una novità: risale infatti ad un regio decreto del 1941. In tempi recenti ha investito anche edifici e costruzioni di interesse civile. E’ abbastanza noto, infatti, che anche in aeroporti e stazioni ci siano limitazioni piuttosto stringenti, sebbene esista un margine di tolleranza affidato alla discrezionalità delle autorità. Certo è che in un luogo come Palazzo dei Celestini, "soggetto" prediletto di un mare di fotografie data anche la sua contiguità con la basilica di Santa Croce, quanto accaduto in un tranquillo pomeriggio di inizio primavera può apparire un eccesso di zelo.

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