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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Otranto

“Dolce Riva”, dopo i sigilli, la sentenza: 16 anni per quattro imputati

Si è chiusa oggi la vicenda giudiziaria sui presunti abusi edilizi commessi nel lido, in località Grotta Monaca, a Otranto, sequestrato il 12 dicembre del 2017. Assolti in cinque

OTRANTO - E’ terminata con quattro condanne e cinque assoluzioni, la battaglia giudiziaria sul “Dolce Riva”, in località Grotta Monaca, a Otranto, sequestrato il 12 dicembre del 2017 per presunti abusi edilizi.

La sentenza è stata emessa oggi dalla seconda sezione penale del tribunale di Lecce, presieduta dal giudice Pietro Baffa, subito dopo quella che ha riguardato il Twiga Beach Club (di cui abbiamo dato notizia in un precedente articolo).

E’ di quattro anni, più 300 euro di multa, la condanna inflitta al responsabile del Comune accusato anche di abuso d’ufficio e falsità ideologica per aver rilasciato autorizzazioni e certificati ritenuti illegittimi, Emanuele Maria Maggiulli, 56enne di Muro Leccese, dell’ufficio tecnico.

Oltre al funzionario, la stessa pena è stata comminata anche alla legale rappresentante della società (fino al 22 dicembre 2015) Anna Rita Vetruccio, 59 anni, di Maglie ma residente a Otranto, affittuaria della struttura turistico-ricettiva; al suo successore Igor Cantoro, 33, di Poggiardo e residente a Otranto; al tecnico progettista e direttore dei lavori Mario Luigi Stefanelli, 67, residente a Otranto. Tutti assolti, invece con la formula “per non aver commesso il fatto”, i comproprietari dei terreni Adriano Benedetto Provenzano, 59, di Milano, Fausto Provenzano, 62, di Milano; Silvia Milena Provenzano, 64, di Sondrio, Giuliana Provenzano, 88 anni, originaria di Matino ma residente a Lecce, e l’avvocato Mario Luigi Provenzano, 58, di Matino, nelle vesti di procuratore.

A tutti erano contestati i reati di distruzione o deturpamento di bellezze naturali e di abusivismo edilizio, per quegli interventi finalizzati a realizzare uno stabilimento turistico-balneare di oltre 15mila e 700 metri quadrati dove poter svolgere anche attività di intrattenimento musicale, che sarebbero stati eseguiti in assenza delle opportune autorizzazioni. Ed è proprio sui permessi rilasciati che rispondevano davanti ai giudici Maggiulli, gli affittuari Vetruccio e Cantoro, e il tecnico progettista Stefanelli, accusati di abuso d’ufficio e falsità ideologica.

Le motivazioni del dispositivo che ha imposto anche la confisca delle opere realizzate abusivamente e l'interdizione dai pubblici uffici degli imputati per cinque anni, saranno depositate entro novanta giorni.

Facevano parte del pool dei difensori, gli avvocati: Antonio Quinto, Ivana Quarta, Mauro Finocchito, Luca Bruni, Giampaolo Salvatore e Cristiano Solinas.

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