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Cronaca

Donna gravemente ustionata con l'alcool, convivente in silenzio dinanzi al gip

E' rimasto in silenzio dinanzi al gip Annalisa De Benedictis, avvalendosi della facoltà di non rispondere, Alberto Antico, 42enne neretino, arrestato dagli agenti del commissariato di polizia di Nardò con l'accusa di tentato omicidio e maltrattamenti con l'aggravante della recidiva

LECCE – E' rimasto in silenzio dinanzi al gip Annalisa De Benedictis, avvalendosi della facoltà di non rispondere, Alberto Antico, 42enne neretino, arrestato dagli agenti del commissariato di polizia di Nardò con l’accusa di tentato omicidio e maltrattamenti con l’aggravante della recidiva. Antico, assistito dall’avvocato Tommaso Valente, è comparso questa mattina dinanzi al gip che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti (degli arresti domiciliari) per l’interrogatorio di garanzia.

Secondo l’ipotesi accusatoria l’uomo ha lanciato dell'alcool sulla compagna e le ha poi dato fuoco, con brutale e feroce crudeltà. Poi, mentre la donna si contorceva dal dolore e cercava di spegnere le fiamme con dell’acqua, si è prima preoccupato di cancellare le tracce del suo crimine, l’ha minacciata e poi ha chiamato il 118. E’ stata proprio quella chiamata, giunta la sera del 9 dicembre, a insospettire da subito gli agenti del commissariato di polizia di Nardò, diretti dal vicequestore aggiunto Pantaleo Nicolì. Ai sanitari l’uomo, Alberto Antico, 42enne del posto, ha riferito di un incidente domestico causato dallo scoppio di un petardo. Una versione apparsa da subito poco plausibile: la donna presentava, infatti, ustioni di terzo grado al volto, al collo e al torace. Agli agenti l’uomo ha poi raccontato un’altra versione, cioè che la sua compagna, una 52enne originaria di Neviano, si era ustionata con dell’alcol mentre accendeva il camino. In casa, però, non vi era alcun fuoco acceso, né tracce di una brace recente. La prima di una lunga serie di discordanze e contraddizioni su cui gli inquirenti, tassello dopo tassello, hanno raccolto una lunga serie di indizi che hanno portato all’arresto di Antico.

Fondamentale si è rivelato poi il racconto della donna, ricoverata nel reparto “grandi ustionati” dell’ospedale “Perrino” di Brindisi (dove tuttora si trova ricoverata in prognosi riservata). Gli investigatori hanno atteso che la 52enne fosse in grado di parlare per raccogliere in un dettagliato verbale un inferno lungo quattro anni fatto di violenza, soprusi e minacce, culminate nella follia del 9 dicembre. L’uomo, al culmine di una banale lite, le ha versato sul corpo dell’alcool e le ha poi dato fuoco con un accendino. La donna porterà probabilmente per sempre impresse sul proprio corpo le ferite e i segni di questa crudele aggressione.

IMG_5097-4-2-2Nel corso delle indagini gli agenti di Nardò hanno poi ricostruito il passato e il carattere violento dell’uomo, nei cui confronti era già stata eseguita una misura cautelare di allontanamento dopo la denuncia della ex moglie. In più occasioni Antico avrebbe manifestato il suo carattere violento, picchiando e aggredendola compagna. All’alba di giovedì la polizia lo ha arrestato nella sua abitazione neretina, eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Annalisa De Benedictis su richiesta del pubblico ministero Maria Vallefuoco che ha coordinato le indagini e condiviso in pieno la dettagliata informativa di reato trasmessa dal commissariato di Nardò. L’uomo è accusato di tentato omicidio e maltrattamenti con l’aggravante della recidiva.

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