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Cronaca Nardò

“Doppio Gioco”: affari con scommesse e videopoker. Arrestato un avvocato

Ai domiciliari è finito il professionista Giovanni Francesco Rizzo, di Nardò, insieme al fratello Pantaleo Salvatore. Nei guai anche la sorella

NARDO' - Un’organizzazione criminale a conduzione familiare attiva nel mercato del gaming e con interessi, oltre che nel Leccese, anche nelle città di Brindisi e Taranto, al cui vertice ci sarebbero stati l’avvocato Giovanni Francesco Rizzo, di 58 anni, e il fratello Pantaleo Salvatore, di 53, con la partecipazione della sorella Maria Teresa, di 55.

E’ quanto sostiene il giudice Giovanni Gallo nelle 145 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare con la quale ha disposto per tutti e tre gli arresti domiciliari.

Le misure cautelari sono state eseguite questa mattina dai finanzieri del Gruppo investigazione criminalità organizzata del Nucleo di polizia economica finanziaria che, a partire dal 2017, indagando nel settore dei giochi hanno scoperto come i fratelli, attraverso imprese formalmente intestate a terzi e società di loro proprietà, avrebbero organizzato e gestito il gioco d’azzardo riuscendo a evadere le imposte, omettendo i dati relativi all’ammontare delle giocate realizzate dal singolo dispositivo elettronico. Questo sarebbe stato possibile tramite l’impiego di apparecchi denominati Totem che avrebbero riprodotto il gioco dei videopoker attraverso la combinazione di tasti o l’utilizzo di una calamita, e con “slot machine” non collegate alla rete telematica, grazie alla manomissione di componenti hardware e software.

Fondamentali nel risalire a ruoli e responsabilità nell’inchiesta che non a caso è stata denominata “Doppio Gioco” sono state le intercettazioni telefoniche intercorse tra gli indagati ed esercenti compiacenti.

Qui, il video dell'operazione

Secondo il giudice, Giovanni Rizzo sarebbe stato al vertice dell’organizzazione, grazie all’esperienza nel settore del gaming e alla sua competenza professionale: avrebbe provveduto alle operazioni di prelievo dei soldi dai dispositivi illegali, gestito i rapporti con gli esercenti contrattando le condizioni del noleggio, garantito loro consulenza e assistenza legale nei procedimenti penali avviati in seguito ai sequestri e dato indicazioni per eludere i controlli e impedire così che si risalisse alle imprese di famiglia, assumendosi anche l’onere di pagare eventuali sanzioni. In alcuni casi, proprio per rimanere nell’ombra avrebbe evitato di farsi nominare difensore di fiducia dai clienti.

E sempre il professionista, secondo l’accusa, avrebbe gestito direttamente i rapporti con un prestanome provvedendo, con i fratelli, a corrispondergli somme di denaro per la fittizia intestazione dell’impresa “Replay Top”.

Compiti di Pantelo Rizzo invece sarebbero stati quelli di gestire le relazioni con la clientela, in particolare in merito a Totem e videopoker, e curare l’acquisto di schede alterate, mentre la sorella, amministratrice della “Pierre Giochi” e della “Giari Game”, avrebbe pensato al settore amministrativo e contabile, gestendo i rapporti con banche, prestanomi, dipendenti e clienti relativamente alla riscossione dei crediti, e alla contabilità dei proventi, gestendo la cassa comune.

Nella parte dell’ordinanza dedicata alle esigenze cautelari, in particolare al pericolo di reiterazione del reato, riguardo alla posizione del legale, si legge che “il requisito della pericolosità sociale appare ancora più evidente manifestando egli un’indole spregiudicata e proclive a delinquere anche mettendo senza remore alcuna la professione di avvocato al servizio di detta illecita attività”.

Nell’ambito dello stesso procedimento in cui sono contestati a vario titolo i reati di associazione per delinquere, frode informatica, esercizio del gioco d’azzardo, e abusivo delle scommesse, e trasferimento fraudolento di valori per sottrarli ad eventuali misure di sequestro, risultano indagate a piede libero altre sette persone: una dipendente dei Rizzo, Valentina Polo, 35 anni, di Nardò; Orlando Romano, 57, di Squinzano, gestore dell’associazione “La Fenice” e ritenuto prestanome dei Rizzo; Giovanni Saquella, 54, di Squinzano, gestore del circolo ricreativo “Replay Games”; Andrea Caputo, 40, di Sannicola, gestore dell’esercizio commerciale “Tazza d’Oro”; Luca Margherito, 43, di Squinzano, presidente del circolo “Club Replay”; i galatonesi Cosimo Negro, 67 anni e Roberta Zuccalà, 44, proprietari e gestori della “Caffetteria Mimy”.

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