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Cronaca Gallipoli

Droga e munizioni in casa, in arresto la consorte di "Tannatu"

Trovare anche due pistole, ma in uno sgabuzzino condominiale e per questo sequestrate a carico di ignoti. Ai domiciliari è finita a Anna Casole, 47enne di Gallipoli, moglie del ben noto Marco Barba

GALLIPOLI – Detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e di munizioni. Finisce in arresto Anna Casole, 47enne di Gallipoli, moglie del noto Marco Barba, 43enne, detto “Tannatu”,  ritenuto elemento di spicco della Scu (e poi divenuto collaboratore di giustizia), in particolare dell’ala scissionista del clan Padovano, riconducibile al boss Pompeo Rosario Padovano (mandante dell’assassinio del fratello Salvatore, alias “Nino Bomba”). 

L’operazione è stata condotta nella tarda serata di ieri dai carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Gallipoli. Anna Casole era da tempo nel mirino dei militari, da alcuni giorni sotto il comando del nuovo comandante, il tenente Francesco Battaglia. E quando ieri sono arrivati in casa, sarebbe per prima cosa stata trovata in possesso di numerosi proiettili per pistola (tredici calibro 7,65, uno 7,62 e un altro 380), nascosti in una busta di plastica.

casole anna-2Qui c’era anche un ulteriore involucro di cellophane, con 2 grammi e mezzo di marijuana, ma soprattutto un panetto di hashish racchiuso in una busta di alluminio, per 12 grammi e mezzo. Ancora, i militari hanno trovato tre spinelli di hashish giù preparati.

Alla luce di come s’è presentata la sostanza, visto lordo e confezionamento frazionato (il che ha lasciato dedurre ai carabinieri che non fosse solo per uso personale) è scattato l’arresto e destinata ai domiciliari, come disposto dal sostituto procuratore di turno Emilio Arnesano.

L’aspetto più rilevante dell’attività, però, è giunta dopo. I militari hanno rovistato in uno sgabuzzino, di pertinenza del condominio dove abita la donna, perennemente aperto e accessibile a chiunque. Dentro c’erano due pistole. Una calibro 7,65 con caricatore inserito contenente quattro proiettili e una calibro 9 corto, anche questa con caricatore e sette proiettili calibro 380 auto. Con le armi, anche un involucro di cellophane con quattro proiettili calibro 380 auto e uno 7,62 Nato. Le armi e le ulteriori munizioni, però, non sono stata attribuite alla donna. Di fatto, potrebbero essere di chiunque, fino a prova contraria. Per questo, il sequestro è stato fatto a carico di ignoti.

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