Droga e pistola, l’arrestato al giudice: “Non ero l'unico a usare la masseria”
Mirko De Vitis si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha rilasciato dichiarazioni spontanee durante l’interrogatorio di oggi, al termine del quale ha ottenuto i domiciliari
LECCE - La masseria dove tre giorni fa sono state trovate droga, pistola e piante illegali alimentate con energia rubata non era solo nella disponibilità dell’uomo che, al termine della perquisizione dei carabinieri, è finito in carcere. A spiegarlo è stato proprio l’arrestato, Mirco De Vitis, 35 anni di Lecce, durante l’interrogatorio che si è tenuto oggi davanti al giudice Giulia Proto e all’esito del quale sono stati disposti i domiciliari.
Assistito dall’avvocato Raffaele Benfatto, l’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere, rilasciando alcune dichiarazioni spontanee come quella di non essere l’unico ad aver utilizzato il podere, essendo sprovvisto di un cancello, e di cui oltretutto non è il proprietario, ma senza indicare qualcuno in particolare.
Ad eseguire l’arresto erano stati i carabinieri della sezione operativa che, nel cuore della notte, insieme ai colleghi del Nipaaf, il Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale, avevano fatto un sopralluogo nella masseria, sulla litoranea che collega le marine di Frigole e San Cataldo, trovando: un chilogrammo e 260 grammi di marijuana e sette piante di “erba” e una pistola calibro 7,65 con 47 proiettili dello stesso calibro.
Ma non finisce qui. Era stato anche appurato che l’energia elettrica venisse sottratta con un allaccio diretto alla rete.