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Cronaca Tricase

Droga, scarcerato il giovane indagato anche per minacce a infermiere

Arresto convalidato, ma mancano i gravi indizi di colpevolezza sullo spaccio. La storia dell'intimidazione segue un iter distinto

LECCE – Torna in libertà Luigi Nicolì, il 23enne di Tricase arrestato nei giorni scorsi con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti e, nel contempo, ulteriormente indagato per minaccia aggravata, poiché, secondo le indagini dei carabinieri, insieme a un altro giovane al momento non ancora rintracciato, avrebbe inseguito in scooter, con una scacciacani, un 43enne del posto, rifugiatosi nell’ospedale “Cardinale Panico”.

Oggi, davanti al gip Stefano Sernia, s’è svolta l’udienza di convalida in relazione al possesso di 2 etti di marijuana (la vicenda delle minacce corre su un binario diverso), trovati dai carabinieri della compagnia di Tricase durante alcune perquisizioni avviate proprio per fare chiarezza sulla storia delle presunte minacce, denunciata dal 43enne.     

Nicolì, difeso dall’avvocato Mario Ciardo, ha negato ogni responsabilità sul possesso dello stupefacente, ma s’è soffermato anche sull’arma rinvenuta, una pistola a salve, contestando che gli appartenga. Il giovane ha spiegato di lavorare da ormai cinque anni in Svizzera e di non avere alcun problema di natura economica, da giustificare azioni criminali  di alcun tipo. A tale proposito, ha anche prodotto un certificato dell'azienda per cui lavora, che attesta anche il lauto compenso mensile.

Il pubblico ministero Emilio Arnesano, da parte sua, ha chiesto che fosse procrastinata la detenzione ai domiciliari, alla quale era sottoposto dal giorno del fermo. Il gip, pur convalidando l’arresto dei carabinieri, ha deciso però di scarcerare il 23enne per mancanza gravi indizi di colpevolezza sullo spaccio di droga (ovviamente, resta ancora indagato e quindi rischia comunque il processo).

La vicenda è molto particolare. Nicolì è stato arrestato la mattina del 9 agosto poiché in un casolare di Corsano i carabinieri hanno trovato due buste con due etti di marijuana e un bilancino di precisione. Lì, però, i militari ci sono andati per indagare su un’altra vicenda, nata dopo una denuncia sporta da un 43enne infermiere di Tricase per minacce aggravate, che ha spiegato di essere stato seguito, come accertato anche filmati di videosorveglianza, mentre ritornava a casa, a bordo della propria autovettura, da due individui in sella ad uno scooter Yamaha T-Max, uno dei quali munito di un’arma. Il motivo alla base del gesto resta ancora poco chiaro, ma si sarebbe trattata di un’intimidazione e di altro, come, per esempio, un tentativo di rapina.

Di certo, per seminarli, l’uomo si è recato nei pressi dell’ospedale, entrandovi di corsa e invocando di chiamare i carabinieri. Le indagini sono partite subito, con due perquisizioni domiciliari fra Tricase e Corsano, e  in quest’ultima località i militari hanno rinvenuto, dentro una deposito attrezzi di pertinenza dell’abitazione, due telefoni privi di scheda, una pistola scacciacani completa di 60 colpi a salve, un passamontagna nero conservato all’interno di un’autovettura e, nascosto dietro un muro, lo scooter Yamaha modello T-Max 500 in uso a Nicolì. In un piccolo frigo c’erano poi stupefacente e il bilancino, cioè i motivi che hanno fatto scattare l’arresto. La vicenda delle minacce aggravate, invece, segue un altro iter giudiziario.

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