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Cronaca

Droga nel Salento, sequestri record: in due mesi 700 chili

I dati ufficiali, raccolti dalla Direzione centrale per i servizi antidroga del ministero dell'Interno, parlano di centinaia di chilogrammi di cannabis intercettati e confiscati nei primi mesi nel 2012 nella penisola salentina

 

LECCE – Terra di frontiera, sospesa tra Oriente e Occidente, il Salento è da sempre luogo di transiti e di traffici. Negli anni ottanta e novanta erano gli scafi blu dei contrabbandieri a solcare il “mare di mezzo” con i loro carichi di merce: sigarette, armi e droga. Oggi, oltre dieci anni dopo l’Operazione Primavera, che assestò un colpo letale al contrabbando, il mercato delle sostanze stupefacenti (al pari di quello dell’immigrazione clandestina) è tornato il grande affare delle organizzazioni criminali che trovano terreno fertile nei paesi al di là del canale d’Otranto e ramificazioni nel nostro territorio. Un mercato da milioni di euro che, attraverso Turchia e Albania, cerca nelle nostre coste l’approdo per il commercio nel resto d’Italia ed Europa. I dati ufficiali, raccolti dalla Direzione centrale per i servizi antidroga del ministero dell’Interno, parlano di centinaia di chilogrammi di cannabis (tra hashish e marijuana) intercettati e confiscati nei primi mesi nel 2012 nella penisola salentina. Basti pensare, infatti, che sono oltre 680 i chilogrammi di cannabis complessivamente requisiti in provincia di Lecce e Brindisi, trasformate in una sorta di Jamaica.

Un duro colpo ai trafficanti con sequestri record che rappresentano una larga fetta della droga intercettata sul territorio nazionale. La sola provincia di Lecce ha superato regioni storicamente preda dei trafficanti come la Calabria e la Campania. Ingenti, inoltre, anche i sequestri in un agosto che ha visto riversarsi fiumi di droga su un territorio che ha fatto registrare una massiccia presenza di giovani turisti. Solo alcuni giorni fa una 24enne di origini nigeriane è stata fermata nel sottopasso della stazione ferroviaria di Lecce dai finanzieri della compagnia di Lecce. Aveva marijuana avvolta in due involucri per oltre 1.750 grammi. La 24enne aveva raggiunto il capoluogo salentino in treno da Roma, a dimostrazione che sono molteplici i canali di approvvigionamento degli stupefacenti. Cresciuti in maniera esponenziale anche i sequestri di cocaina: la polvere bianca è divenuta il grande business dei sodalizi criminali, chiamati a far fronte a una richiesta sempre maggiore. L’operazione Augusta, condotta dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Lecce a ottobre scorso, aveva tracciato i due principali canali di approvvigionamento della coca: quello olandese e quello laziale, riconducibile al gruppo criminale diretto dal boss Carmine Fasciani (alias don Carmine), padrino indiscusso del litorale romano. Numerosi gli arresti eseguiti dalla polizia: si è trattato spesso di insospettabili con oltre 50 grammi di cocaina.droga-sequestrata-2

Alle droghe tradizionali (cannabis, cocaina ed eroina) si aggiungono le droghe sintetiche, le nuove droghe, sintetizzate su progetto, per rispondere alle richieste del mercato. Si tratta di sostanze (anfetaminici, metamfetaminici, barbiturici, allucinogeni ecc.) che si distinguono concettualmente dai restanti tipi di stupefacenti naturali (cannabis, oppio, foglie di coca) e semisintetici (cocaina ed eroina), in quanto si ottengono esclusivamente a seguito di processi chimici di varia complessità. L'ultimo ritrovato delle droghe sintetiche, lo speed, è arrivato anche a Lecce. I carabinieri l’hanno sequestrato ad un giovane pusher che stava spacciando nei pressi dei locali del litorale ionico. Lo speed o crystal, è una metanfetamina di effetto quasi simultaneo. Un potente stimolante capace di dare assuefazione e di arrecare gravi danni al sistema nervoso centrale. Ma anche una droga facilmente realizzabile in laboratori clandestini con ingredienti relativamente economici e facili da reperire, anche senza ricetta medica. Ecco perché la sua diffusione nel mercato salentino preoccupa gli inquirenti sempre più alle prese con il dilagare delle droghe sintetiche tra giovanissimi, spesso minorenni, in luoghi di ritrovo, pub e discoteche.

A un mercato sempre più fiorente e fruttuoso si contrappone la risposta delle forze dell’ordine, impegnate in un lavoro sul campo capillare ed efficace, che trova nella Direzione distrettuale antimafia di Lecce e nel numero uno della Procura del capoluogo salentino, Cataldo Motta, la mente investigativa e organizzativa impegnata in una lotta senza precedenti ai cartelli criminali cha attraversano il nostro territorio. Il procuratore Motta, una vita trascorsa in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata, ha tessuto in questi anni le reti delle più importanti operazioni contro i clan nostrani della Sacra corona unita e quelli provenienti dell’Albania, e che hanno sempre visto nel traffico delle sostanze stupefacenti uno dei business più redditizi del malaffare. Proprio la cooperazione tra la magistratura salentina e quella del “Paese delle aquile”, ha portato a una vera rivoluzione copernicana sul fronte delle inchieste grazie all’introduzione della reciprocità degli atti di indagine.

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