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Cronaca Porto Cesareo

Un drone fa la differenza: così l’area marina è più protetta dai pescatori di frodo

L'associazione Aeop di Nardò, che si occupa di vigilanza zoofila e ittica, utilizza da un mese un piccolo apparecchio volante collegato con il monitor di un operatore a terra. Si studia ora il modo di rendere possibili anche la visione notturna

PORTO CESAREO – Tecnologia e ambiente, il binomio è sempre più possibile. Lo testimoniano numerose applicazioni già in uso, lo conferma l’utilizzo di un drone nell’Area marina protetta di Porto Cesareo. Il dispositivo volante, in dotazione all’associazione Aeop di Nardò, che si occupa di vigilanza ambientale, zoofila e ittica, consente all’operatore a terra di visualizzare attraverso un monitor  le immagini registrate in tempo reale. L'ente parco e l'associazione hanno stipulato una convenzione.

Operativo da un mese, il drone ha funzionato non solo come deterrente: grazie al suo occhio “indiscreto” è stato individuato un sub che praticava la pesca nella zona “A”, quella dove vige il divieto più rigoroso, ma che è anche quella più violata: l’uomo aveva preso circa 600 ricci, il che gli è valsa una denuncia alla capitaneria di porto. Il monitoraggio della zona “C”, dove invece è consentita la pesca previa autorizzazione, ha permesso di verificare l’introduzione di diverse persone nell’area privata dell’ex Jolly Mare.

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Le guardie particolari giurate di Aeop dislocate a terra sono pronte a intervenire in caso di bisogno. E sono allo studio nuove tecnologie per far sì che il drone possa essere utile anche di notte. Sono davvero molte le applicazioni possibili per contrastare il fenomeno delle discariche abusive, la pesca di frodo, il bracconaggio e gli incendi boschivi.

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