FRIGOLE - Due colpi d'arma da fuoco calibro 22 esplosi a ridosso del cancello di un villino. Fori ben visibili e che hanno fatto scattare la polizia sul posto, nella marina leccese di Frigole, dopo una telefonata giunta al 113 questa sera, intorno alle 21. A chiamare, la madre di un giovane al momento sottoposto ai domiciliari. Si tratta di un 30enne di Lecce. Un atto evidentemente dimostrativo, ai danni di uno degli oltre quaranta soggetti che all'alba del 19 marzo del 2013 furono ammanettati nell'ambito di una delle più imponenti operazioni antidroga degli ultimi anni, l'operazione ribattezzata "Speed Drug".

Sul posto è intervenuta per prima una volante di polizia, in seguito sono stati chiamati per un sopralluogo la squadra mobile con la scientifica. I colpi d'arma sono stati esplosi in via delle Orchidee, una delle tante strade che si affacciano sulla provinciale Frigole-San Cataldo. L'uomo fu inquadrato all'epoca dell'arresto nel gruppo leccese dei tre smantellati contemporaneamente, quello che ruotava attorno a una ben precisa figura di riferimento: Gioele Greco. Questi era da qualche tempo ormai lanciato nella veste di "delegato" a mantenere vivi gli affari del clan comandato dai fratelli Giuseppe e Roberto Nisi e da Pasquale Briganti. Un luogotenente che avrebbe dato vita a una contesa territoriale con altri aspiranti.

Quel blitz, che riguardò in particolare il traffico di droga, fu una sorta di gradino intermerdio fra la precedente operazione "Cinemastore" e la successiva "Eclissi", quest'ultima una sorta di summa, in cui si sono disegnate meglio le nuove dinamiche che hanno visto la caduta di alcuni personaggi come Roberto Nisi e l'ascesa di altri come Briganti. Ma il 30enne, il destinatario dell'avvertimento di questa sera, in tutto ciò compare solo nell'operazione "Speed Drug". Una pedina minore nello scacchiere, si potrebbe dire, eppure ora preso di mira con un'intimidazione. Il perché, cercheranno di svelarlo le indagini.