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Cronaca Casarano

Due tentati omicidi nella guerra di mala, il nuovo verdetto: 19 anni e 4 mesi a “Mozzarella”

Emessa la sentenza in appello nei riguardi del 25enne di Casarano Giuseppe Moscara. Ridotta di soli otto mesi la condanna che gli era stata inflitta in primo grado, poiché i giudici non hanno riconosciuto l’agevolazione mafiosa in merito al tentato omicidio di Luigi Spennato

CASARANO - Lievemente ridotta la condanna in appello nei riguardi di Giuseppe Moscara, il 25enne di Casarano, detto “Mozzarella”, accusato di due tentati omicidi, quello di Luigi Spennato, del 28 novembre del 2016, e quello di Antonio Amin Afendi, del 25 ottobre del 2019, perché componenti del clan rivale. Da vent’anni di reclusione la pena è scesa a 19 anni e quattro mesi, in considerazione del fatto che la Corte ha escluso l’aggravante di avere agito per agevolare l’associazione mafiosa, in merito al primo episodio. Insomma, stando alla sentenza emessa ieri in tarda serata, Moscara avrebbe cercato di “eliminare” Spennato per motivi di vendetta personali.

Confermato nel resto il verdetto pronunciato dal giudice Michele Toriello, lo scorso 17 marzo, al termine del processo discusso col rito abbreviato, che aveva riconosciuto il risarcimento del danno a Spennato, il 42enne vivo per miracolo, parte civile con l’avvocato Francesca Conte: 50mila euro di provvisionale, e il resto da quantificarsi e liquidarsi in separata sede.

Stando alle indagini condotte dai pubblici ministeri Maria Vallefuoco e Massimiliano Carducci (titolari del fascicolo d’inchiesta), il contesto nel quale maturò l’intenzione omicidiaria era quello di una guerra tra gruppi mafiosi, pronti a eliminare personaggi scomodi, proprio come Spennato e Afendi, considerati potenziali successori del boss assassinato, Augustino Potenza.

Stando all’accusa, il 25enne avrebbe fatto parte del sodalizio capeggiato da Tommaso Montedoro, poi diventato collaboratore di giustizia, attivo principalmente nel traffico e spaccio di stupefacenti a Casarano, Matino, Ruffano e Supersano, vicina a clan della Scu, in particolare dei fratelli Leo di Vernole e del brindisino Vito Di Emidio.

Si tratta del gruppo smantellato con l’operazione Diarchia, cui hanno fatto seguito il processo in abbreviato giunto a sentenza nel marzo del 2019 e nel quale hanno avuto un peso fondamentale le rivelazioni dello stesso Montedoro e poi quello d’appello nel novembre scorso.

Durante l’udienza preliminare nei riguardi di Moscara, su sollecitazione del difensore, l’avvocato Simone Viva, erano stati acquisiti proprio i verbali relativi alle dichiarazioni rilasciate da alcuni testimoni nel processo “Diarchia”, al termine del quale, in merito al tentato omicidio di Spennato, fu riconosciuta la responsabilità dei casaranesi Luca Del Genio, 28 anni, e Antonio Andrea Del Genio, 34, e fu esclusa quella del collaboratore di giustizia.

Non appena saranno depositate le motivazioni (entro novanta giorni), Moscara, attraverso l’avvocato difensore Simona Viva, proverà a far valere le proprie ragioni davanti alla Corte di Cassazione.

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