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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Duplice omicidio, i biglietti dell’orrore e una misteriosa “caccia al tesoro”

Nei cinque fogli di carta persi per strada e in uno trovato in casa, il piano omicida di Antonio De Marco. Lo studente aveva in mente anche un “gioco”, sfumato a causa della reazione delle due giovani vittime

LECCE - Si è introdotto in casa di Eleonora Manta e Daniele De Santis grazie alla copia della chiave che aveva tenuto con sé, dopo aver vissuto con loro come affittuario. L’intenzione dell’ex inquilino era di legare e torturare la giovane coppia leccese prima di ucciderla, e lasciare una macabra scritta sul muro, forse con il sangue - come ipotizza il gip Michele Toriello nell’ordinanza con la quale ieri è stato convalidato il fermo e applicata la misura cautelare in carcere per il responsabile - non essendo stata trovata una bomboletta spray. Non solo, in programma, c’era anche una misteriosa “caccia al tesoro”. Il riferimento è in uno dei cinque bigliettini persi dal 21enne di Casarano, Giovanni Antonio De Marco, nel piazzale davanti al condominio, al civico 2 di via Montello, e trovati dai carabinieri.

I bigliettini dell’orrore

Appena entrato legare tutti, accendere tutti i fornelli, mettere l’acqua a bollire, scrivere sul muro” si legge nel primo foglio. Sul secondo, era indicato il percorso per evitare le telecamere di videosorveglianza: “Scendi dalla fermata, attraversi e ri-attraversi in diagonale poco prima del bar, in via Veneto c’è il condominio a destra. A fine strada attento di fronte. Passare velocemente sul muro alto a sinistra”. In un altro pezzo di carta, il promemoria per le operazioni di pulizia di lei e di lui e dell’ambiente, da eseguire prima con la candeggina, poi poco prima di uscire, con la soda.

E ancora su un quarto bigliettino, altri accorgimenti per non lasciare tracce: “Nastrare le dita. Prendere i guanti. Coprire testa. Cambio maglietta e Vestizione. Prendere coltello e fascette. Slacciare scarpe”.

Un quinto bigliettino riguarda la tempistica: “Un’ora e mezza,10/15 min tortura; un’ora e 15 min; 30 min caccia al tesoro, 30 min pulizia; 15 min di controllo generale”.

È nel quarto foglio che emerge un ulteriore aspetto inquietante del programma omicida, la mezz’ora calcolata per organizzare “la caccia al tesoro”. Che l’intenzione dello studente fosse quella di fare le vittime a pezzi e nascondere i loro resti per far “giocare” gli inquirenti e gli investigatori intervenuti sulla scena del crimine? Le competenze per riuscirci, le avrebbe avute, frequentando il corso universitario in Scienze infermieristiche. Ma questo forse non si saprà mai, perché durante gli interrogatori, al riguardo, l’assassino reo confesso non ha fornito spiegazioni: “Non ricordo quando ho scritto il biglietto né ricordo cosa intendessi dire con “caccia al tesoro”.

De Marco, individuato tra i recenti affittuari dell’appartamento di via Montello, che quindi potevano avere la disponibilità delle chiavi, è stato inchiodato anche grazie ai bigliettini smarriti per strada: gli inquirenti hanno accertato corrispondenze tra la grafia sui fogli e quella del documento compilato il 28 giugno 2017 per ottenere il rilascio della patente. Non solo. Nell’abitazione del giovane è stato rinvenuto anche un foglio sul quale erano riportate istruzioni analoghe a quelle annotate sugli altri cinque.

Ma questi, secondo il gip Toriello, sono solo alcuni dei numerosi e inequivocabili elementi indiziari acquisiti nell’inchiesta coordinata dal procuratore Leonardo De Castris e condotta dal pubblico ministero Maria Consolata Moschettini, col supporto degli aggiunti Guglielmo Cataldi ed Elsa Valeria Mignone, che hanno risolto il caso in meno di una settimana. Fondamentale è stata anche l’analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza della città: l’ultima immagine dell’assassino è stata registrata a pochi metri dall’ingresso della sua abitazione, in via Fleming a Lecce.

L’esame autoptico

Una parte del diabolico piano è sfumata per la reazione delle vittime, nei cui riguardi il 21enne ha ammesso di aver provato solo tanta rabbia, forse dovuta all’invidia per il loro amore, e con le quali non avrebbe mai avuto problemi. Certo è che De Marco ha colpito prima il giovane arbitro, poi con un coltello da caccia ha scatenato la sua furia omicida contro la fidanzata per  poi tornare a infierire sul ragazzo mentre tentava di fuggire.

daniele-de-santis-eleonora-manta-2-2-3-2-3In particolare, l’autopsia ha stabilito che De Santis è stato attinto da 38 coltellate (una al volto, 3 al collo, 7 sulla superficie anteriore del torace, 6 sulla superficie posteriore del torace, 6 a livello dell’addome, 7 a livello dell’arto superiore sinistro, 2 a livello della mano sinistra, 4 a livello dell’avambraccio destro, 2 a livello della mano destra), ed Eleonora Manta da 36/37 coltellate (2 al capo, una al collo, 10 sulla superficie anteriore del torace, 4 sulla superficie posteriore del torace, 11 a livello dell’addome, 6 a livello dell’arto superiore sinistro, 2/3 a livello dell’arto superiore destro).

Tuttavia, il medico legale Roberto Vaglio ha chiarito che non tutte le lesioni corrispondono necessariamente alle coltellate inferte dall’assassino, “in quanto le ferite repertate sulla superficie palmare delle mani, tipicamente attribuibili ad afferramento della lama nell’azione di difesa, potrebbero essere determinate da un’unica coltellata che attinge anche la superficie anteriore del torace o dell’addome”.

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