rotate-mobile
Cronaca

Duplice omicidio in Olanda di narcotrafficanti brasiliani, tre condanne in abbreviato

Tre le condanne emesse in abbreviato per il duplice omicidio dei due narcotrafficanti brasiliani Jose Paulo Davi e Paulo Roberto d'Avila Garrido, assassinati nel febbraio 2002 in Olanda. Il mandante sarebbe l’ex boss della Sacra corona unita Filippo Cerfeda, collaboratore di giustizia. I presunti autori Tiziano Greco e Adriano Palazzo

LECCE – Ci sono delitti che sembrano partoriti dalla penna di un romanziere, pagine di storia criminale che ci ricordano come la strada sia più violenta e crudele di ogni fantasia da noir. Storie che affondano le loro radici nel passato, ma per cui prima o poi la giustizia presenta inevitabilmente il conto. Come nel caso dell’omicidio dei due narcotrafficanti brasiliani Jose Paulo Davi e Paulo Roberto d'Avila Garrido, assassinati nel febbraio 2002 in Olanda, nei pressi di Utrecht, sull’autostrada A12 tra Woerden e Nieuwerbrug.

In questa storia, in cui i morti e gli assassini sono reali, ci sono tutti gli elementi di un thriller. C’è una partita di droga, venti chili di cocaina purissima, che dal Sudamerica arriva in Belgio. Due narcotrafficanti brasiliani e il boss che, per non pagare il prezioso carico, ordina ai suoi uomini di ucciderli. Quella del 22 febbraio 2002 è notte di pioggia gelida nel cuore dei Paesi Bassi. Dall’Elegance, uno dei sex club più lussuosi di Amsterdam, Cerfeda chiama i suoi uomini per sapere se l’operazione è andata a buon fine. “Il bambino è nato”, è la laconica risposta al telefono, il messaggio stabilito per comunicare che i due brasiliani sono stati eleminati.

Oggi, a distanza di oltre tredici anni da quel duplice omicidio, la giustizia ha espresso il primo verdetto. I tre imputati coinvolti nel duplice omicidio hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Il mandante sarebbe l’ex boss della Sacra corona unita Filippo Cerfeda, 46 anni, divenuto nell’agosto del 2003 collaboratore di giustizia. I presunti autori materiali dell’esecuzione sarebbero, secondo l’accusa (l’inchiesta è stata coordinata dal pubblico ministero Guglielmo Cataldi), Tiziano Greco, 44enne leccese, e Adriano Palazzo, 45enne di San Pietro Vernotico, divenuto a sua volta collaboratore di giustizia.

Il gup del Tribunale di Lecce, Carlo Cazzella, ha condannato a Cerfeda a cinque anni (in continuazione con una precedente sentenza di condanna della Corte di assise d’appello di Taranto del 2013, che ha tenuto conto della scelta di collaborare con la giustizia); per Greco la sentenza odierna è stata assorbita da una precedente condanna all’ergastolo, con l’isolamento diurno per sei mesi; Palazzo è stato condannato all’ergastolo. Cerfeda è assistito dall’avvocato Benedetta Foresta, Greco dall’avvocato Giovanni Valentini e Palazzo dall’avvocato Carlo Gervasi.

Cerfeda-2Sono stati proprio Palazzo e Cerfeda (entrambi sono affidati al servizio centrale di protezione dei collaboratori di giustizia) a ricostruire, con le loro dichiarazioni, i contorni del duplice omicidio. Palazzo, nelle sue deposizioni, ha dichiarato che a fare fuoco con una pistola calibro 7,65 sarebbe stato Greco. Lui era alla guida di una Fiat Punto quando, mezz'ora prima dell’arrivo ad Amsterdam, Greco avrebbe chiesto di fermarsi perché doveva espletare alcuni bisogni fisiologici. Il brasiliano, che era seduto accanto a lui, sarebbe sceso e Greco, che era seduto sul retro dell’autovettura, lo avrebbe seguito e avrebbe sparato. Poi, avrebbe fatto fuoco anche sul secondo uomo, che era ancora in macchina.

Nello stesso procedimento il solo Cerfeda (nella foto a destra) risponde anche del duplice omicidio di due cittadini slavi ( Saku Predag e Djorgje Simunovic) e del ferimento di un terzo, avvenuto all’interno del ristorante The news ad Amsterdam il 26 settembre del 2002, per una “questione di donne”. L’ex primula della Sacra corona fu arrestato il 12 marzo 2003 dagli uomini della sezione catturandi della Squadra mobile di Lecce. Una lunga caccia all’uomo che portò gli investigatori sulle tracce del boss tra Sicilia, Grecia e Olanda. Il blitz scattò nel covo di Ridderkerk, un paesino a metà strada fra Amsterdam e Rotterdam. Pochi mesi dopo Cerfeda decise di collaborare con la giustizia, confessando numerosi omicidi, tra cui quello di Giuseppe Lezzi, alias “l’imperatore”, in un interrogatorio fiume avvenuto nel carcere romano di Rebibbia, il 6 agosto del 2003, riempiendo un block-notes di quasi 200 pagine.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Duplice omicidio in Olanda di narcotrafficanti brasiliani, tre condanne in abbreviato

LeccePrima è in caricamento