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Cronaca

E nasce il concorso di idee: colora il palo sotto casa

Continuano a montare le polemiche sui piloni per la metropolitana di superficie. Ora si sta pensando di cambiare la loro tonalità. Avanti, allora: mandate le vostre proposte

Palo e contropalo. Non ce ne vogliano lassù, a Palazzo Carafa. Specie ora che, in campagna elettorale, la politica si sta infilando in una spirale di polemiche ed asprezze, tirate d'orecchi e scapaccioni. Lungi da noi, oltretutto realtà ai suoi primi vagiti, la volontà di alimentare ulteriori controversie.

Però c'è un fatto, del quale il cronista non può non prendere nota. In città il discorso dei pali e dell'annessa metropolitana di superficie è ormai sulla bocca di tutti. Ed al momento non sono pervenute felicitazioni e note di assenso alla loro presenza. Molti li trovano invadenti, nessuno oserebbe dire che siano aggraziati. E siccome il progetto non si tocca, l'assessore al Traffico Gianni Peyla sembra comunque intenzionato a provvedere ad un cambio di tonalità. Via quel tetro nero di seppia, giù spennellate color burro nei punti in cui la metro passerà vicino ai monumenti. Forse per far finta che li abbia progettati Zimbalo. Chissà.

"Miracolo", scrive Mauro Marino, un nostro lettore, "Gianni Peyla s'"illumina" e inizia ad ammettere l'errore e l'orrore dei 900 lunghi pali neri che il suo assessorato ha donato alla città. Potremmo colorarli e trasformarne almeno la metà in lampioni. Che inventiva, che sagacia. Dice di farli "beige" per meglio "digerirli" e per confonderli con la facciata dei palazzi. Un color ‘finto pietra', stando attenti alle virate paglierine del ‘lecciso' certamente sarebbe molto più elegante e la città avrebbe così 900 obelischi. Che attrattiva turistica".

"Ma perché non ci hanno pensato prima?", prosegue il lettore, "perché i signori di Palazzo Carafa tardano sempre ad imparare le regole della progettazione? Perché non imparano a valutare con studi di fattibilità l'impatto che le loro invenzioni hanno sulla città?"

"Questa giunta - ha commentato nei giorni scorsi un altro lettore, Roberto Brandi - che si piaciuta o meno, ha avuto il merito di apportare sostanziali novità alla nostra amata città, a cominciare dall''abbattimento del capannone sconcio continuando con il rifacimento di tante strade e la conseguente creazione di rondò per far meglio defluire il traffico cittadino: onore al merito dunque ma, in mezzo a tanta grazia, da circa un mese e più sono spuntati dei pali neri da far inorridire chiunque, indipendentemente dal colore politico di appartenenza". E conclude il pensiero con un interrogativo: "Quando si è dato l'ok, nessuno ha avuto l'impressione che, una volta impiantati quei "mausolei neri", la struttura architettonica di Lecce ne sarebbe venuta fuori con le ossa rotte?"

"L'impatto è forte, evidente", ha aggiunto Massimo Todisco, responsabile dell'Osservatorio sulla città del Codacons. "Alcuni cittadini si sono lamentati perché i pali spiccano vicino alle loro finestre. Purtroppo, in certe situazioni l'interesse del singolo deve sacrificarsi di fronte a quello collettivo. Ma il problema principale è che alcuni pali sorgono anche davanti alle chiese. E qui non si può transigere, perché si lede il patrimonio architettonico della città".

Insomma, che fare? Una proposta semiseria, per stemperare gli animi. Forse si potrebbe coinvolgere la cittadinanza in un concorso, previa divulgazione di pubblico bando: "Dai un nuovo volto alla tua città: colora il tuo palo". Un altro lettore, che ci chiede l'anonimato, ha già spedito il primo "progetto", ritratto nella bozza che vedete in alto. Un palo con texture fantasy. Sotto a chi tocca, ne attendiamo di nuovi.

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