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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Squinzano

"E!State Liberi!", anche il Salento ospita un campo estivo in un bene confiscato

Tanti i giovani provenienti da tutta Italia nel centro sportivo di Squinzano. Si è parlato di legalità con il colonnello Mazzotta

LECCE – L'associazione Libera promuove ormai da diversi anni campi estivi di formazione lavoro all’interno di beni confiscati, destinati a giovani di tutta Italia che sentono che l’informazione e l’impegno sono le vie maestre per divenire cittadini attenti e consapevoli, conto la cultura dell’egoismo e verso la corresponsabilità civile e sociale. Sono 51 quest'anno i beni confiscati in Italia che ospitano i campi di E!State Liberi!, con un’adesione di quasi 4mila volontari.

Per la prima volta anche in provincia di Lecce è stato attivato un campo settimanale presso il centro sportivo “San Vito” di Squinzano, oggi oratorio don Tonino Bello, una grande opportunità anche per il territorio salentino. Caratteristica fondamentale di E!State Liberi è l'approfondimento e lo studio del fenomeno mafioso tramite il confronto con i familiari delle vittime di mafia, con le istituzioni e con gli operatori delle realtà organizzatrici. L'esperienza di E!State Liberi! ha tre momenti di attività diversificate: le attività agricole o di risistemazione del bene, lo studio e l'incontro con il territorio per uno scambio interculturale.

All’interno del centro di Squinzano e del campo è stato affrontato un dibattito sui temi della “Corruzione, scommesse e nuovi affari criminali”. Ospite d’eccezione dell’incontro il colonnello Francesco Mazzotta, per molti anni ai vertici della Dia Leccese. L’alto ufficiale, oggi al comando della sezione di polizia giudiziaria della Guardia di finanza di Lecce, ha condotto lunghe e complesse indagini economico-patrimoniali che hanno portato alla confisca di beni per milioni di euro alle associazioni criminali. Presenti all’incontro anche Emanuele Perlangèli, referente di Libera Lecce, e Don Raffaele Bruno di Libera, il sindaco di Squinzano Cosimo Miccoli e don Nicola Macculi.

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