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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Eclissi, oltre sessanta scelgono l'abbreviato. Greco assiste in videconferenza

S’è svolta questa mattina davanti al gup Giovanni Gallo, l’udienza preliminare a carico di 88 indagati nell’ambito dell’operazione sulle nuove articolazioni della Scu, fra spaccio ed estorsione, fine di vecchi clan e nascita di nuovi, l'ascesa di Briganti e le scottanti dichiarazioni del collaboratore

LECCE – S’è svolta questa mattina davanti al gup Giovanni Gallo, l’udienza preliminare a carico di 88 indagati nell’ambito dell’operazione “Eclissi”. Sessantasei fra loro hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato, e fra questi spicca Gioele Greco, il leccese oggi 28enne che con le sue dichiarazioni rese da collaboratore di giustizia avrebbe svelato dettagli utili agli inquirenti per tracciare scenari scottanti e ancora inediti nella nuova Scu, dai traffici di droga a molto altro, compresi presunti agganci con la politica cittadina. Dichiarazioni trasversali e che riguardano anche episodi riferibili ad altre inchieste al momento aperte.

Greco stesso ha assistito all’udienza odierna in videoconferenza. Le udienze per l’abbreviato si terranno il 15 gennaio. Per i restanti (tolte un paio di richieste di patteggiamento), che potrebbero essere giudicati con il rito ordinario, l’udienza è stata aggiornata per venerdì 13 novembre.

Erano stati trentacinque gli arresti ordinati all’alba del 18 novembre 2014, in un’indagine della squadra mobile.  

Le manette erano scattate subito per Alessandro Ancora, detto "Sandro", leccese, 36 anni; Adriano Barbetta, di Cavallino, 25 anni; Carmen Blago, leccese, 41 anni; Pasquale Briganti, detto "Maurizio", leccese, 46 anni; Giuliano Calò, detto "Giulio", leccese, 36 anni; Massimiliano Calò, detto "Pippi", leccese, 40 anni; Gianluca Capilungo, detto "Lupen" o "Lupo", leccese, 24 anni;  Maurizio Contaldo, leccese, 54 anni; Daniele De Matteis, detto "Panna e fragola", di Lizzanello 31 anni; Roberto Mirko De Matteis, 39 anni; Ivan Firenze, detto "Cavallo", leccese, 34 anni; Marco Firenze, leccese, 49 anni; Carlo Gaetani, detto "Carletto", leccese, 41 anni; il già citato Gioele Greco, leccese, 28 anni;  Antonio Leuzzi, detto "Totti", leccese, 24 anni; Francesco Luggeri, di Trepuzzi, 36 anni;  Omar Marchello, di Lizzanello, 37 anni; Fabio Marzano, leccese, 46 anni; Carmine Mazzotta, detto "Carmelo" o "Lu ruessu", leccese, 42 anni; Angelo Monaco, leccese, 39 anni; William Monaco, leccese, 26 anni; Nicola Montinaro, leccese, 49 anni; Marco Pacentrilli, detto "Marco Zola", leccese, 32 anni; Antonio Pepe, detto "Totti", leccese, 54 anni; Cristian Pepe, leccese, 41 anni: Marco Pepe, leccese, 30anni;  Antonio Perrone, leccese, 32 anni; Pier Luigi Rollo, detto "Gigi" o "Rollino", leccese, 26 anni; Francesco Rotondo, detto "Checco", leccese, 31 anni; Salvatore Tarantino, leccese, 36 anni;  Oronzo Toffoletti, detto "Ronzino" o "Giusi" o "Quattrocchi", leccese, 50 anni, e  Simone Filograna, 37enne, leccese.

L’inchiesta è stata ribattezzata “Eclissi” anche per tracciare la nascita di nuove dinamiche dopo la decadenza di clan storici del capoluogo e dintorni, come i “Vernel” e quello dei fratelli Nisi, con l’ascesa di Pasquale Briganti.  Da questo punto di vista, è stata la prosecuzione di un’indagine precedente, “Cinemastore”. In quel periodo erano emersi i ruoli fondamentali di Pasquale Briganti e Roberto Nisi (secondaria la figura del fratello Giuseppe Nisi, seppur sempre inserito nella linea di comando).

Tutto questo, in linea con il passato della Scu. Briganti aveva ricevuto l’investitura di “completo” direttamente dallo storico boss della potente mala monteronese, Mario Tornese, e in alleanza con Roberto Nisi, era in contrasto con un altro gruppo, quello comandato da Andrea Leo, detto “Vernel”, della frangia vernolese. I “Vernel”, dal canto loro, si erano avviati verso il tramonto con l’arresto del capo e la nascita di un rapporto di collaborazione con la giustizia di un altro elemento di spicco, spesso tornato nelle cronache:  Alessandro Verardi. Da qui, l’estensione degli affari del clan Nisi nei territori un tempo “occupati” dai rivali. Dopo l’arresto del boss Nisi, erano iniziati anche gli attriti fra i cosiddetti luogotenenti, fra cui da un lato Davide Vadacca (bloccato in uno dei blitz intermedi) e dell’altro Gioele Greco, nati a causa del traffico di cocaina.

Gioele Greco, in particolare, sarebbe stato protagonista di un’ascesa veemente. Le sue ambizioni sarebbero state documentate da incontri che tenuti a Lecce con trafficanti di stupefacenti, in passato vicini ai “Vernel”.

Nel frattempo era ormai decaduta la stella di Roberto Nisi, pestato pure in carcere, con Briganti ormai dominus incontrastato verso il quale avrebbe ambito l’avvicinanento anche Greco. Nel novero delle indagini, anche attentati a scopo estorsivo, una lunga serie di episodi ai danni di commercianti, intrecciati ad altri episodi di violenza nei già citati contrasti intestini.         

Del collegio difensivo fanno parte gli avvocati: David Alemanno, Elvia Belmonte, Raffaele Benfatto, Mariangela Calò, Pantaleo Cannoletta, Paolo Cantelmo, Dario Congedo, Mario Coppola, Andrea Capone, Alberto Corvaglia, Luigi Corvaglia, Alessandro Costantini Dal Sant, Rita Ciccarese, Roberto De Mitri Aymone, Antonio Degli Atti, Giancarlo Dei Lazzaretti, Giuseppe De Luca, Vito De Pascalis, Ivan Feola, Riccardo Giannuzzi, Michelangelo Gorgoni, Walter Gravante, Francesco Maggiore, Ladislao Massari, Gabriella Mastrolia, Maria Assunta Miglietta, Renata Minafra, Davide Pastore, Donata Perrone, Massimiliano Petrachi, Alexia Pinto, Stefano Prontera, Cosimo Rampino, Luigi Rella, Roberto Rella, Pietro Ripa, Donato Sabetta, Paola Scarcia, Antonio Savoia, Benedetto Scippa, Alessandro Stomeo, Giampiero Tramacere, Angelo Valente, Gabriele Valentini, Giovanni Valentini, Silvio Verri.   

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