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Cronaca

Combine per Bari-Lecce? Spunta il nome del presunto emissario

L'emissario che Andrea Masiello ritiene vicino alla famiglia Semeraro sarebbe un giovane imprenditore cittadino, candidato consigliere alle amministrative. Non ci sono conferme ufficiali

LECCE - Il condizionale è più che d'obbligo, ma l'emissario che avrebbe "aggiustato" il derby del 5 maggio scorso tra Bari e Lecce ora ha un nome e un cognome: secondo quanto riportato in primis da Repubblica, e ripreso da altri organi di stampa, sarebbe Carlo Quarta, 38enne, imprenditore cittadino e candidato consigliere alle amministrative del 6 e 7 maggio, il cui coinvolgimento è comunque tutto da verificare. Volto noto a Lecce, anche perché organizzatore di eventi della movida, Quarta sarebbe l'uomo riconosciuto in foto da Andrea Masiello, il calciatore al centro dell'inchiesta al quale nel tardo pomeriggio sono stati concessi gli arresti domiciliari.

Secondo il calciatore l'emissario avrebbe consegnato in tutto 230 mila euro, dei quali lui avrebbe intascato 50 mila euro mentre i suoi conoscenti, Gianni Carella e Fabio Giacobbe, 90 mila a testa. Gli inquirenti ritengono Quarta prossimo alla famiglia Semeraro. Masiello, dopo aver vuotato il sacco, ha ottenuto i domiciliari. Restano, invece, ancora in carcere i suoi due amici. 

Da Repubblica, a Gazzetta dello Sport, passando dalle tv e dagli altri giornali locali, il nome di Quarta è rimbalzato come un'onda in piena, di bocca in bocca, nel giro di poche ore. "Le dichiarazioni fornite dopo l'arresto da Andrea Masiello confermano quelle contenute nell'ordinanza di custodia cautelare e sono tali da schiudere nuovi orizzonti investigativi", scrive - a quanto riferisce la difesa, e riporta l'Ansa - il gip di Bari, Giovanni Abbattista. L'ex capitano del Bari si trova ora nella sua abitazione di Bergamo. Come ampiamente noto, è tesserato ell'Atalanta. Secondo il giudice, dunque, riferisce sempre l'agenzia Ansa, Masiello ha tenuto una "condotta leale e corretta durante l'interrogatorio di garanzia tale da elidere le esigenze relative all'inquinamento delle prove".

La consegna del danaro sarebbe avenuta presso l'hotel Tiziano di Lecce. Quarta vi sarebbe giunto a bordo di una Mercedes. "I soldi - ha confessato Masiello al pm Ciro Angelillis - erano contenuti in una busta e avvolti da fascette". L'ex biancorosso ha anche parlato dei suoi ex compagni indagati e delle presunte pressioni degli ultrà che avrebbero chiesto ai calciatori del Bari, ormai retrocesso in B, di perdere alcune partite per far soldi con le scommesse. Agli atti dell'inchiesta, riferisce l'Ansa, ci sono anche le dichiarazioni di Giampiero Ventura, ex allenatore del Bari. In occasione di Genoa-Bari ( 3 ottobre 2010, finì 2-1), il tecnico, il 7 febbraio scorso, ha detto  al pm Angelillis, che "abbiamo perso una partita impensabile da perdere" che "aveva dell'incredibile sinceramente, dominata in lungo e largo, palle gol pulitissime". Il giocatori del Genoa "non avevano mai tirato in porta e pigliammo gol al 94' su una palla da fermo". Segnò Luca Toni e in realtà era il 92'.  Ventura ha ricordato di essersi anche arrabbiato, nell'occasione.

L'allenatore ha anche ricordato che, dopo una tourneé in Messico, nel maggio 2010, non era contento di Andrea Masiello. "Come non ero contento di altri perché erano reduci da un'annata assolutamente positiva e quindi avevano un atteggiamento di sufficienza, tant'è vero che nel ritiro di precampionato feci due riunioni abbastanza pesanti". Nel corso di queste, disse che "stavano clamorosamente sbagliando". Ma non solo. "Gillet e Andrea Masiello - ha sottolineato - non erano più in sintonia". 

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