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Cronaca Muro Leccese

Strage di gatti a Muro, ad aprile parte il processo. L'Enpa parte civile

Oltre al regista brindisino Giuseppe Marra, che ospitava i 30 esemplari felini uccisi a colpi di bastone, anche l’Ente nazionale protezione animali si costituirà parte civile. L’inizio del processo è slittato al primo aprile e vede come imputato un 84enne del comune dell’hinterland magliese

LECCE – E’ slittato al primo aprile l’inizio del processo che vede come imputato V. M., pensionato 84enne di Muro Leccese, accusato di aver compiuto una vera e propria strage di gatti, circa una trentina, che vivevano nel giardino del suo vicino, il regista Giuseppe Marra. Originario del brindisino Marra vive a Muro Leccese, dove ha girato le riprese relative alla visita di papa Giovanni Paolo II ad Otranto e dove sta ultimando il film “Wojtila luce del mondo”. Da sempre amante dei gatti, il regista aveva deciso di ospitare nel giardino della sua villa una vera colonia di felini, ripresi anche in alcune scene del film.

A maggio dello scorso anno, però, Marra ha dovuto fare i conti con una strage provocata non da malattie o cause naturali, ma dalla brutale e crudele mano dell’uomo. Gli animali, infatti, sono morti dopo essere stati colpiti con un bastone o per avere ingerito un’imprecisata sostanza venefica che provocava diffuse aree edematose, emorragiche ed epatizzate nel cavo toracico. Una morte atroce, tra indicibili sofferenze. Non contento delle efferate uccisioni, l'imputato avrebbe anche causato gravi lesioni a numerosi altri gatti.

E’ stata proprio la denuncia del regista (assistito dall’avvocato Alessandro Caiulo) agli agenti del corpo forestale dello Stato a dare avvio alle indagini coordinate dal procuratore aggiunto di Lecce Ennio Cillo. L’inchiesta ha portato al rinvio a giudizio del pensionato accusato di aver, con crudeltà e senza necessità, cagionato la morte di almeno trenta gatti e lesioni a un numero imprecisato di altri felini. Se riconosciuto colpevole, l'uomo, rischia una condanna tre a diciotto mesi per il primo capo d’imputazione, e da tre mesi a un anno (o una multa da 3mila e 15mila euro) per il secondo. Oltre a Giuseppe Marra nel processo si è si è costituito parte civile l'Enpa (Ente nazionale protezione animali), assistito dall’avvocato Claudia Ricci. 

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