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Cronaca Nardò

Esce fuori strada con la sua auto, muore sul colpo

Gianfranco Mazzotta, di Leverano, è deceduto verso le 12 in un grave incidente sulla provinciale che collega il suo paese a Nardò. L'auto, una Xsara, è uscita di strada per cause ancora da accertare

NARDO' - Prima un albero, poi l'altro. Lo scontro, devastante. La vita di Gianfranco Mazzotta, 43enne di Leverano, s'è spezzata in un attimo, in un'afosa mattinata di metà luglio. Una distrazione, forse, la velocità, sicuramente. E poi, l'uscita di strada e il doppio impatto. Morto in un istante. Le strade del Salento, ancora una volta macchiate di sangue.

La collisione, che non ha visto coinvolti - almeno, in apparenza - altri mezzi, è avvenuta intorno alle 12 lungo la provinciale che collega Leverano a Nardò. Una strada molto trafficata, che taglia per chilometri la campagna salentina, e che collega due importanti centri. Eppure, stretta e pericolosa, sebbene si tratti di un rettilineo. Pericolosa, perché costruzioni e alberi spesso rasentano il bordo della carreggiata. E allora, può bastare un piede pigiato oltre il limite sull'acceleratore, ma anche un colpo di sonno improvviso, o magari un sorpasso a gran velocità del solito pirata di turno, che mette in difficoltà gli automobilisti di fronte, per originare una tragedia.

Quale sia stato il motivo scatenante che ha condotto la Citroen Xsara Picasso di Mazzotta, titolare, a Leverano, di un'agenzia di pratiche automobilistiche, ad uscire di strada, ancora non è chiaro e saranno gli agenti di polizia stradale di Lecce e della municipale di Nardò a studiare la dinamica e a fornire le risposte finali su una tragedia che si poteva evitare. Un lavoro, però, reso difficile dall'assenza di testimoni diretti.

Certo è, al momento, che, a circa 5 chilometri da Nardò, la meta verso cui Mazzotta stava viaggiando, improvvisamente l'auto ha avuto una sbandata verso destra. Tanto è bastato per colpire prima un albero di ulivo, ancora giovane e con il tronco non molto sviluppato, che, saltando via, ha lasciato sotto di sé un cumulo di terra rimossa; poi un secondo, più grosso, anche questo letteralmente sradicato dal suolo. Ed è stato presumibilmente il secondo urto, quello fatale.

La velocità doveva essere piuttosto sostenuta, perché il cofano s'è piegato come fosse di carta, l'intero blocco motore è rientrato fin nell'abitacolo, e l'ammasso di ferraglia ha investito l'uomo al volante, non lasciandogli alcuno scampo. I sanitari del 118 non hanno potuto fare nulla di più che confermare il decesso. Mazzotta, professionista molto conosciuto e stimato a Leverano, lascia la moglie e due figli.

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