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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Falsi attestati in corsi per operatore socio sanitario: in 8 rischiano il processo

Si è aperta oggi l’udienza preliminare per discutere la richiesta di rinvio a giudizio nei riguardi delle persone accusate di aver raggirato numerosi corsiti negli anni dal 2015 al 2018

LECCE - Avevano sostenuto corsi di formazione al costo di 2.800 euro per ottenere la qualifica di operatore socio sanitario, ma superato l’esame, e ricevuto il diploma avrebbero scoperto di avere tra le mani solo carta straccia.

E’ questa la vicenda sulla quale dovrà pronunciarsi l’8 aprile la giudice Giulia Proto, dinanzi alla quale si è aperta questa mattina l’udienza preliminare per discutere la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla pubblico ministero Donatina Buffelli per otto persone.

Si tratta del rappresentante legale dell’istituto “Giacomo Leopardi”, con sede a Lecce e a Copertino (in carica dal 30 dicembre 2014 al 10 luglio del 2017), C. D. G., 55 anni, di Manduria, e il suo successore M.S., 52, di Taranto, entrambi anche nelle vesti di direttori didattici dell’ente formativo “Informates School srl”; il collaboratore A.D.M., 39, di Cisternino; le segretarie presso le sedi di Lecce e Copertino dell’istituto, D. R., 45, di Maglie, e M. H. C., 40, di Copertino; gli insegnati ed esaminatori E.O., 35, originaria di Brindisi ma residente a Roma; G.F.D.M., 34, di Francavilla al Mare, F.D.M., 31, originario di Manduria ma residente a Lecce.

In attesa della prossima udienza che si celebrerà in un’aula più capiente, la bunker del carcere di Borgo San Nicola, (in considerazione del numero delle persone interessate), una decina di corsisti si sono costituiti parte civile con gli avvocati Francesco Cazzato, Gianni Gemma, Stefano Licci, Davide Spiri, Giovanni Ianne. Assenti la Regione Abruzzo e il ministero del Lavoro che pure erano indicate come parti offese nel procedimento che riguarda gli anni dal 2015 al 2018 e non è l’unico aperto nei riguardi dello stesso Istituto.

A dare il via alle indagini furono proprio, oltre alle querele dei corsisti, anche quelle sporte da due dirigenti della Regione Abruzzo che disconoscevano le firme apposte sugli attestati.

Stando a quanto riscontrato dalla Guardia di finanza, fasulli sarebbero stati anche loghi e timbri della stessa Regione apparentemente rilasciati per conto della “Informates School” che riproducevano le immagini dell’Unione Europea Fondo Sociale Europeo e l’intestazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e della Regione Abruzzo. In calce, nella prima pagina, il timbro falso con la dicitura “Settore Formazione Professionale”, e l’altrettanto fasulla dichiarazione “si attesta che i dati riportati in questo titolo sono conformi a quelli della documentazione in atti”.  

Nella seconda pagina, nero su bianco, c’era l’attestazione delle ore di lezione svolte e dell’esito positivo della valutazione finale firmato dai due presidenti dell’ente formativo “Informates School srl”, con sede a Teramo, risultato inesistente: non solo non rientrava tra quelli accreditati dalla Regione e mai autorizzati allo svolgimento di corsi di formazione per Oss, ma non era mai neppure stato registrato presso l’Anagrafe tributaria.

Alcuni attestati, inoltre, riportavano un codice autorizzativo (della Regione Abruzzo) che corrispondeva a un altro organismo di formazione e ad una tipologia di corso diversa.

Non solo. La sede indicata sulla carta, dove si sarebbe svolto l’esame finale, è risultata essere un locale commerciale di 14 metri quadrati proprietà della Diocesi di Teramo. Sarebbe dunque emerso che le lezioni si svolgevano da casa con il materiale fornito dall’Istituto (dispense, libri, chiavetta Usb) e che il test finale si sarebbe tenuto a Pescara nella sala di un hotel. Il viaggio in bus sarebbe stato organizzato sempre dall’Istituto.

A difendere gli imputati, ci penseranno gli avvocati Umberto Leo; Anna Schiavano; Antonio Liagi; Giuseppe De Sario; Andrea Conte; Giuseppe Rosafio e Cristina Mafredi.

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