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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

"Centralinista falso cieco? Operato, riacquistò parte della vista: aveva i requisiti"

Gli avvocati Balducci e Caracuta sul caso del 60enne per il quale stanno facendo accertamenti i finanzieri: "Possedeva i requisiti di legge per essere iscritto nelle liste speciali ed essere assunto nella pubblica amministrazione"

 

LECCE – “Il lavoratore, all’epoca dell’assunzione quale centralinista telefonico presso la Asl di Lecce, possedeva tutti i requisiti previsti dalla legge per essere iscritto nelle liste speciali e, quindi, per essere assunto presso la pubblica amministrazione”. Il lavoratore in questione è l’oggi 60enne originario di Nardò, balzato alle cronache nei giorni scorsi, e a parlare sono gli avvocati Cataldo Balducci e Fernando Caracuta di Lecce, che ne sostengono la causa. Nel quadro della vicenda, nei giorni scorsi, la guardia di finanza della compagnia di Gallipoli aveva annunciato, in una nota stampa, previo il coinvolgimento di un dirigente e di quattro funzionari della Direzione operativa del presidio ospedaliero di Copertino-Nardò, di aver inoltrato documentazione alla Corte dei conti di Bari per avviare il recupero di 150mila euro. Soldi per emolumenti che, secondo le “fiamme gialle”, non sarebbero dovuti essere percepiti.

Ma la versione dei legali sul caso che vede al centro proprio il 60enne, tende a smontare molto, della vicenda, e si poggia su considerazioni diametralmente opposte. “E’ accaduto – spiegano - che, a seguito di numerosi interventi chirurgici in strutture specialistiche pubbliche in varie parti di Italia e all’estero, il lavoratore ha riacquistato parzialmente la vista, e da allora è stato fatto oggetto di alcune denunce anonime e accertamenti amministrativi e penali”. Fatti, sottolineano “tutti conclusi favorevolmente”.

“In seguito all’entrata in vigore della legge 662/1996 – spiegano ancora i due legali -, il dipendente, con nota del 17 marzo del 1997 inviata alla Direzione amministrativa del presidio ospedaliero di Nardò, alla Direzione generale dell’Usl di Lecce, e alla Prefettura di Lecce, assolveva all’onere di comunicazione previsto per i lavoratori nella sua condizione. Vale a dire la ricorrenza, al momento dell’assunzione, dei requisiti di legge”.

“Il ministero del Tesoro – proseguono gli avvocati Balducci e Caracuta -, dopo aver sottoposto il lavoratore più volte a visite di controllo, con diverse note confermava che, nel caso di specie, ricorrevano senz’altro i requisiti previsti per l’assunzione. Nello stesso periodo, su segnalazione anonima, furono avviate indagini e trasmessi gli atti alla Procura della Repubblica di Lecce la quale, verificata la correttezza dell’operato del lavoratore e la ricorrenza dei requisiti previsti dalla legge per l’assunzione e non ravvisando alcuna ipotesi di reato, dispose  l’archiviazione dal fascicolo”.

I legali chiariscono: “Nel frattempo, al lavoratore è stato disposto il cambio di mansione, da centralinista telefonico ad assistente amministrativo, a causa di altre patologie ortopediche che nulla hanno a che fare con i problemi visivi”.

In merito, poi, “all’automatica risoluzione del rapporto di lavoro” i legali richiamano il parere reso dalla prima sezione del Consiglio di Stato il 17 settembre del 1997 (protocollo numero 1429): “La norma prevede l’automatica risoluzione del rapporto solo allorché risulta che il beneficiario al momento della assunzione non aveva i requisiti all’uopo richiesti. Ciò significa che ad esempio se una persona all’epoca dell’assunzione era non vedente e ha riacquistato successivamente la vista per effetto di un trapianto o interventi chirurgici […] è evidente che dovrà escludersi che per tale persona possa farsi luogo all’automatica risoluzione del rapporto”.

I due legali, terminano dicendo anche che “a seguito dei chiarimenti forniti dal nostro assistito il direttore generale dell’Asl Lecce sospendeva la procedura di risoluzione del rapporto, nel frattempo avviata in danno del lavoratore, disponendo al contempo ulteriori approfondimenti”.

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