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Cronaca

Falso prete accusato di pedofilia, per la Cassazione il processo è da rifare

Angelo Maurizio Chiriatti, 56enne leccese, era stato condannato in appello a sei anni di reclusione per i reati di violenza sessuale aggravata nei confronti di minori e sostituzione di persona. Annullata con rinvio la sentenza

 

LECCE – E’ da rifare il processo al 56enne leccese Angelo Maurizio Chiriatti, condannato in appello a sei anni di reclusione per i reati di violenza sessuale aggravata nei confronti di minori e sostituzione di persona. La terza sezione della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza della Corte d'Appello di Bari dell'ottobre 2011.

In secondo grado la pena era stata aggravata rispetto a quella inflitta in primo grado, il 7 giugno 2010, dal gup del Tribunale di Bari, Giuseppe De Benedictis, che era stata di 2 anni e 6 mesi. Chiriatti, alias padre Pietro Maria era accusato dalla Procura di Bari di aver abusato, fingendosi prete, di cinque fratellini e un loro cuginetto, tutti minorenni. L'uomo era stato arrestato nel 2009. Dopo alcuni mesi di carcere gli erano stati concessi i domiciliari e attualmente è libero.

Il falso sacerdote, già condannato in via definitiva anche per usurpazione di titoli e onore proprio per essersi spacciato per prete, aveva fondato la comunità 'Missionari di nostra Signora della cava' ad Alberobello (e il relativo sito internet), dove accoglieva i minori di famiglie indigenti durante le ferie estive in campi scuola, allo scopo - secondo l'accusa - di violentarli. 

La Suprema Corte, accogliendo il ricorso del difensore di Chiriatti, l'avvocato Massimo Roberto Chiusolo, ha annullato la sentenza della Corte d'Appello, rinviando gli atti perché il processo di secondo grado sia nuovamente celebrato.

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