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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Falso viagra venduto via web, chiuse le indagini su 43enne

Pierangelo Patrizi risponde di ricettazione, esercizio abusivo della professione sanitaria, importazione e vendita di farmaci irregolari. L'inchiesta partita da Catania e condotta dai Nas. L'uomo ha sempre dichiarato la buona fede

 

LECCE – Viagra adulterato ceduto sul web, chiuse le indagini preliminari: il fascicolo, per quanto riguarda l’unico indagato salentino nella vicenda partita da Catania, passa a Lecce, in mano al pubblico ministero Carmen Ruggiero.

I fatti, per i quali è sotto indagine un 43enne leccese, Pierangelo Patrizi, risalgono al 3 giugno del 2010. Patrizi fu arrestato dai carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e condotto in carcere, per poi ottenere i domiciliari il 9 giugno e infine tornare libero il 29 dello stesso mese.

Assistito dagli avvocati Riccardo Giannuzzi e Giancarlo Caiaffa, Patrizi era stato sentito il giorno dopo il suo arresto per rogatoria davanti al gip Antonio Del Coco. L’ordinanza di custodia era stata richiesta dal sostituto procuratore catanese Angelo Busacca e firmata dal giudice per le indagini preliminari Anna Grazia Caserta.

Il 43enne leccese, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, dichiarò di aver agito in totale buona fede, affermando di non essere a conoscenza del fatto che le pasticche vendute fossero contraffatte e negando la conoscenza diretta di altri indagati, nell’ambito di un filone ben più vasto. L’assenza di una partecipazione a una presunta associazione gli è stata effettivamente riconosciuta, considerando che il fascicolo è passato per competenza a Lecce. Non sono però cambiati i reati contestati: Patrizi risponde di ricettazione, esercizio abusivo della professione sanitaria, importazione e vendita di farmaci irregolari. In occasione del suo arresto, i Nas eseguirono una perquisizione anche in un’abitazione di Porto Cesareo, frequentata in passato da Patrizi.

L’operazione, dal carattere più ampio, ribattezza “Farmastore”, condusse a suo tempo anche ad altre quattro ordinanze di custodia cautelare, più a 206 ulteriori indagati su tutto il territorio nazionale. Secondo gli inquirenti, alla base di tutto vi sarebbe stato un traffico illecito di prodotti medicinali, fra cui viagra, contraccettivi e anabolizzanti, con principio attivo molto ridotto oppure assente. Stando alle prime analisi, in alcuni casi la composizione sarebbe stata costituita soprattutto da gesso. La vendita di questi prodotti avveniva via web, anche attraverso social network. I farmaci provenivano dalla Spagna, dalla Romania e dalla Moldavia, ma anche da Paesi extracomunitari, come l'India.

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