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Cronaca Supersano

Far West in centro, colpi di fucile: catturato 33enne

Cinque colpi calibro 12 sparati nel pomeriggio di ieri nei pressi della villa comunale di Supersano. La vittima, un 35enne, ha fatto a tempo a ripararsi in un bar. L'assalitore preso dalla polizia

SUPERSANO - Vere e proprie scene da Far West, ieri pomeriggio, nei pressi della villa comunale di Supersano. Intorno alle 17 diversi colpi di fucile hanno scosso la tranquillità del piccolo comune del basso Salento. Ben cinque colpi, sparati da un fucile calibro 12, imbracciato da un giovane. Le indagini dei carabinieri della compagnia di Casarano e degli agenti di polizia del commissariato di Taurisano, si sono indirizzate fin da subito verso un 33enne, irreperibile fino a tarda ora. Questa mattina, tuttavia, i poliziotti del commissariato l'hanno scovato e ammanettato. Si tratta di Antonio Galati, figlio del più noto collaboratore di giustizia Silvano.

I colpi erano indirizzati verso un altro giovane del posto, Marco De Vitis, 35enne. Il fatto, come detto, è avvenuto nel pomeriggio di ieri, nei pressi del bar Off Time, in via Diaz. Secondo le ricostruzioni, il 35enne sarebbe stato richiamato all'esterno da un giovane, proprio perché Galati avrebbe voluto parlargli. Uscito dal bar, il giovane ha notato che nei pressi della villa, si trovava proprio Galati. Era in piedi, accanto ad un'autovettura. Tutto è avvenuto all'improvviso. Mentre De Marco si avvicinava, improvvisamente Galati ha preso dall'interno del cofano un fucile ed sparato cinque colpi, nessuno dei quali è andato a segno. Non si sa se gli spari siano effettivamente partiti con l'intenzione di colpire il bersaglio, o "solo" per dargli una lezione, per motivi al momento sconosciuti. Certo è che la vittima ha fatto a tempo a infilarsi nella porta del bar e che un proiettile s'è conficcato nel muro. Mentre Galati è risalito in auto, scomparendo.

Sono stati diversi cittadini a dare l'allarme alle forze dell'ordine, che hanno ricostruito l'episodio e recuperato sul posto anche diversi bossoli, interrogando De Vitis. Quest'ultimo non s'è sbilanciato sui motivi dei contrasti fra i due. Al momento, non è dunque ancora del tutto chiaro quale sia il movente che ha indotto Galati a fare fuoco. Il quale Galati, dopo essere sparito dalla circolazione per l'intera notte, è stato rintracciato nei pressi della sua abitazione solo al mattino.

E' stato lo stesso giovane, messo alle strette, ad indicare ai poliziotti il luogo dove aveva precedentemente nascosto fucile e le munizioni, un boschetto in località "Belvedere", sulla Supersano-Nociglia. Il luogo, dove, tra l'altro, avrebbe trascorso per sua stessa ammissione tutta la notte, dormendo nell'auto, nel tentativo di sfuggire alla cattura. Il fucile, di marca Benelli, è stato trovato sotto un tronco di albero, riverso per terra, coperto con delle fronde, insieme a quattordici cartucce calibro 12. L'arma era custodita in una sacca ricavata da una gamba di pantalone di tessuto jeans. Presenta la matricola abrasa sia sul castello, sia sulla canna. Le cartucce, a loro volta, dieci di marca Clever Mirage e quattro Ap, Italy, erano contenute in un borsello di colore blu.

Per il giovane sono scattate le imputazione di detenzione e porto abusivo di munizioni ed armi con matricola abrasa e tentato omicidio. Il pubblico ministero Giovanni De Palma ha disposto l'accompagnamento del giovane presso la casa circondariale di Lecce. Galati è difeso dall'avvocato Massimo Bellini.

Ulteriori accertamenti sui luoghi, hanno permesso di constatare la presenza di diversi puntini scuri, a formare una "rosa", impressa sul muro, chiaro segno di un colpo di fucile caricato a pallini. Sempre sul posto, a circa 2 metri di distanza, sul lato sinistro di una scalinata, tra due alberi, altre due " rosate" di pallini di piombo, sempre alla stessa altezza tra la pavimentazione del marciapiede ed il muro. Da un accurato controllo, a circa 1 metro e mezzo dall'ultimo segno, i poliziotti hanno notato un contenitore di polvere da sparo, all'interno della cartuccia, in plastica di colore bianco, recuperato e acquisito a disposizione dell'autorità giudiziaria.

Si tratta del secondo episodio grave in poco tempo, avvenuto a Supersano. La notte fra il 3 ed il 4 dicembre scorso, ignoti piazzarono una bomba sotto la Seat Altea di proprietà di due coniugi di mezza età del posto, facendola letteralmente saltare in aria e provocando danni anche sull'abitazione. In realtà, secondo gli inquirenti, un monito rivolto al padre di Antonio Galati, Silvano, oggi 55enne, ex membro del clan "Cucurachi". L'auto, infatti, era in uso alla sorella dell'uomo. Non si sa, però, al momento, vi possa essere un collegamento fra l'episodio di ieri pomeriggio e quello d'inizio dicembre. Gli investigatori stanno cercando in queste ore di ricostruire nel dettaglio tutti gli eventi.

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