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Cronaca Gallipoli

Fasano torna in carica. Il Tribunale civile sospende il decreto del prefetto

Depositata l’ordinanza sul ricorso presentato dopo la sospensione dalla carica in applicazione della legge Severino

GALLIPOLI - Per l’ex candidato sindaco di Gallipoli Futura, Flavio Fasano, è tempo di tornare a rivestire la carica di consigliere comunale di opposizione a Palazzo Balsamo. Almeno sino a quando non si avrà definitiva contezza anche dalla Suprema Corte (già interpellata per il caso relativo al presidente della Regione Campania, De Luca) sulla legittimità costituzionale della cosiddetta Legge Severino e dalla quale dipenderà anche la valutazione nell’udienza fissata per il mese di Gennaio sul ricorso che riguarda da vicino il consigliere comunale gallipolino. Dopo la sospensione della carica in applicazione della legge Severino notificata il 3 agosto scorso e decretata dal prefetto di Lecce, Claudio Palomba,  con il deposito di oggi  presso la cancelleria del Tribunale civile di Lecce dell’ordinanza a firma del presidente Laura Portaluri, si è avuto contezza dell’esisto del ricorso d’urgenza presentato da Fasano contro il provvedimento della prefettura. Il giudice della prima sezione civile del Tribunale ha infatti accolto le ragioni illustrate dal ricorso presentato tramite il proprio legale, Michele Lembo, e più volte esplicitate da parte di Fasano, concedendo la sospensiva e annullando temporaneamente l’efficacia del decreto di sospensione dalla carica di consigliere comunale decretata dal prefetto e fissando la comparizione delle parti nell’udienza del prossimo 20 gennaio 2017.

In tal modo per Fasano è tempo di riprendere ufficialmente la sua carica di consigliere e di capogruppo di Gallipoli Futura, dopo aver dovuto rinunciare alla partecipazione ai lavori del primo Consiglio comunale (Fasano è stato sostituito da Mina Della Ducata convocata come supplente del consigliere sospeso) del 10 agosto scorso sulla cui legittimità si pronuncerà anche il Tar di Lecce nella prima decade di settembre sulla scorta dell’impugnazione degli atti relativi alla convocazione dell’assise, operata sempre con un ricorso dell’ex candidato sindaco. Il provvedimento di sospensione, a firma del prefetto Claudio Palomba, era stato notificato nella mattinata del 3 agosto scorso. Il decreto della Prefettura aveva espressamente richiamato il decreto legislativo del 31 dicembre del 2012, della cosiddetta "Legge Severino", che prevede la sospensione dalle cariche pubbliche per coloro che abbiano riportato condanne per reati contro la pubblica amministrazione. Per Flavio Fasano, con una condanna ancora in primo grado, candidato sindaco nelle ultime elezioni amministrative a Gallipoli, con il raggruppamento delle liste civiche di Gallipoli Futura, era arrivato il provvedimento di sospensione dalla carica di consigliere comunale di opposizione per 18 mesi. “L’intempestività del decreto prefettizio…. e la considerazione pratica della imminenza dell’intervento della Corte Costituzionale su questioni la cui decisione potrebbe determinare la necessità di riconsiderare sotto ulteriori aspetti la presente controversia in sede di merito inducono all’accoglimento dell’istanza cautelare con conseguente sospensione dell’efficacia del Decreto Prefettizio qui impugnato” si legge nelle motivazioni a corredo dell’ordinanza del tribunale civile che di fatto ha accolto per ora la richiesta di sospensiva del provvedimento contro Fasano.

Domani il capogruppo di Gallipoli Futura e il presidente del sodalizio Luigi De Tommasi, illustreranno i contenuti delle dieci pagine dell’ordinanza del presidente della prima sezione del tribunale civile di Lecce e saranno anche illustrati i riflessi giuridici che dovrebbero sorgere  in ordine alla “illegittimità” invocata da Fasano sulla seduta del Consiglio comunale così come tenutasi il 10 agosto scorso. Saranno anche illustrate anche alcune imminenti iniziative pubbliche poste in essere nei prossimi giorni da Gallipoli Futura. “Questa è la conferma di quanto fosse vero che la legge Severino, circa la sospensione dalla carica di sindaco o di consigliere comunale, non era a me applicabile. Giustizia è già stata fatta”  commenta con soddisfazione Fasano. 

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