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Lunedì, 4 Dicembre 2023
Cronaca

Favori in cambio di sesso e battute di caccia, nuova condanna per l’ex pm: 10 anni

Arriva il verdetto di secondo grado. I giudici hanno accolto l’appello della Procura aumentando di un anno la pena per Emilio Arnesano coinvolto nell’inchiesta che il 6 dicembre del 2018 scosse la giustizia e la sanità a Lecce. Confermata invece la sentenza per un'avvocatessa

LECCE/POTENZA - Colpo di scena nel processo di secondo grado a Emilio Arnesano, accusato di aver svilito la funzione giudiziaria in cambio di prestazioni sessuali, posti di lavoro, battute di caccia, quando era in servizio presso la Procura di Lecce.

Oggi, la Corte d’Appello del tribunale di Potenza, presieduta dal giudice Pasquale Materi, ha rigettato l’appello dell'ex magistrato e ha accolto quello della Procura, aumentando così l’entità della condanna inflitta, in ordinario, dal collegio presieduto dal collega Federico Sergi, il 23 gennaio del 2021: da nove a dieci anni di reclusione.

Al momento della lettura del dispositivo, Arnesano era in aula, al fianco del difensore Luigi Corvaglia (che lo assiste con l’avvocato Luigi Covella). A nulla sono valsi i suoi tentativi, in questa sede, di ottenere l’assoluzione o quanto meno uno sconto di pena, e non appena saranno depositate le motivazioni (entro novanta giorni), valuterà il ricorso in Cassazione.  

Emilio Arnesano-4Nessuno sconto è stato concesso neppure alla seconda imputata, l’avvocatessa Emanuela Carbone (difesa dall’avvocato Antonio Savoia), per la quale il verdetto è stato confermato: un anno e quattro mesi, col beneficio della pena sospesa.

E’ invece pendente l’appello, per i due medici coinvolti nello stesso procedimento che però furono giudicati col rito abbreviato: Carlo Siciliano, direttore del dipartimento di medicina del lavoro e di igiene ambientale della stessa Asl (difeso dagli avvocati Amilcare Tana e Nicola Buccico); e Ottavio Narracci, ex direttore della Asl di Lecce (assistito dagli avvocati Gianni De Pascalis e Cesare Placanica). In considerazione della scelta del rito speciale che consente la riduzione di un terzo della pena, il primo era stato condannato a cinque anni, il secondo a tre anni e otto mesi.

Al centro dell’inchiesta, la barca (oggetto di confisca) che Siciliano avrebbe venduto ad Arnesano a un prezzo inferiore al valore reale, ottenendo in cambio vantaggi per i suoi amici medici. E’ la compravendita dell’imbarcazione l’episodio principale su cui verte l’impianto accusatorio, insieme a quello dell’assunzione del figlio del magistrato, tramite lo stesso medico, prima presso l’Igeco Costruzioni Spa (dal 27 novembre 2014 al 26 maggio 2015) poi presso l’Omnia Spa, società facente capo al gruppo Igeco (dall’8 giugno al 9 novembre 2015).

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