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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Ferie di lusso a Cortina e Porto Cervo, ma con truffa telematica non pagano il conto

Lui leccese, lei bresciana, residenti alla Spezia. Arriva la citazione in giudizio per le "imprese" messe in atto nel 2011. Maxi-conto non pagato e via, con i figli al seguito. I due sono un insegnante e un'impiegata del ministero della Difesa. Le indagini del commissariato di polizia

CORTINA D’AMPEZZO (Belluno) – Coppia sposata, insospettabili professionisti 40enni, due figli a carico, lui leccese, lei bresciana, residenti alla Spezia. Il primo docente, la seconda impiegata del ministero della Difesa. Benestanti, ma non ricchi.

Stipendi medi, ma non tali da permettersi vacanze ultralusso. E invece, tutto è possibile in questa vita: basta non cacciare il becco d’un quattrino, esibendo al posto del portafogli una bella faccia tosta. Quando si dice il vizietto della truffa.  

Ed ecco al momento di saldare il conto in un hotel di Cortina d’Ampezzo (qualcosa come 5mila euro e passa), tirare fuori, piuttosto, una serie di scuse, seguite da delucidazioni plausibili e credibili rassicurazioni, per poi prendere il largo.

Già deferiti per quest’impresa presso la Procura della Repubblica di Belluno, n’è poi venuta a galla una precedente. A quanto pare, la coppia aveva già collaudtato il meccanismo a Porto Cervo, una delle perle della Sardegna, lasciando di sasso i proprietari di un altro resort.

Tutto questo accadeva nel non molto lontano 2011. Le indagini sono state portate avanti dagli agenti di polizia del commissariato di Cortina d’Ampezzo. Ora per i due è arrivato il momento di saldare il conto con alberghi e giustizia, perché è stato notificato il decreto di citazione a giudizio per truffa in concorso.

Fu la moglie a prenotare l’hotel, a Cortina, via web, usando i dati della carta di credito intestata all’uomo. Al momento di pagare, però, la carta sembra che non rispondesse agli input. Passata più volte, nulla. A quel punto, si il diversivo: il saldo online. Esibendo alla direzione dell’hotel una mail che avrebbe provato il versamento di un bonifico per l’intero importo.

Ma, trascorso qualche giorno, era venuta a galla la truffa: mail fasulla, nessun saldo. Una fruttuosa messinscena telematica già sperimentata in passato. La donna era stata rintracciata poco tempo dopo, ma dell'uomo nessuna traccia. E’ stato però “pizzicato” di recente, dopo essere stato scovato a Chioggia, in provincia di Venezia, dove la polizia ha consegnato a domicilio un rinvio a giudizio. E questa volta reale.  

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