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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Surbo / Via Belgio

Fiat Cnh dice "no" agli accordi di Pomigliano, sciopero in fabbrica

Gli operai aderenti allo sciopero della Fiom Cgil, fermi per due ore, a fine turno. Distribuito un opuscolo che riproduce gli accordi di Pomigliano:"Indispensabile la conoscenza per fermare la deriva"

LECCE – Il fantasma di Pomigliano spaventa gli operai di Lecce, e soprattutto la Fiom Cgil, non firmataria dell'accordo siglato nel dicembre 2010 tra Fiat, Fim, Uilm, Fismc, Uglm e associazione quadri e capi. Senza quel consenso, Fiom era già fuori dalla contrattazione aziendale, così come deciso dal più grande gruppo automobilistico italiano.

Ora le cose si complicano anche per lo stabilimento leccese, Fiat Cnh – specializzato nella produzione di macchine movimento terra – in cui, dal primo gennaio, non sarà più in vigore il Contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici. Andrà quindi sostituito e il modello di riferimento – secondo Salvatore Bergamo, segretario Fiom Lecce – non potrà che essere quello di Pomigliano, già applicato a Mirafiori ed ex Bertone.

 

Gli accordi incriminati, come ampiamente previsto dal sindacato, potrebbero quindi estendersi a macchia d'olio sul territorio nazionale: ma Lecce oggi dice no. Gli operai aderenti alla Fiom, hanno incrociato le braccia per due ore a fine turno (dopo le 12.00 e dopo le 14.15) e la pausa è servita a farsi un'idea precisa dei contenuti di quell'accordo, in gran parte già respinto nel referendum dello stabilimento di Pomigliano D'Arco: il no aveva raggiunto il 36 percento dei voti.

 

Il sindacato ha distribuito un opuscolo che riproduce integralmente il testo, allo scopo di garantire un'informazione "completa e trasparente" a tutti i lavoratori. Oltre alla cancellazione del contratto nazionale, i nodi riguardano il taglio delle pause, l'intensificazione dell'attività lavorativa derivante dalla disdetta degli accordi sindacali, la penalizzazione economica in caso di malattia, mentre il salario nominale non aumenta (eccetto straordinari e una turnistica più gravosa), e la riduzione del salario reale, in quanto nulla è previsto sul premio di risultato.

 

Oltre al trattamento economico, ciò che preme alla Fiom è la limitazione che il Lingotto avrebbe applicato a due capisaldi delle relazioni di forza tra operai e datori: il diritto di sciopero e la democrazia nell'elezione dei rappresentanti sindacali. Nel primo caso, l'azienda si riserva di sanzionare individualmente sia i lavoratori che i sindacalisti che non hanno rispettato le clausole previste. Per quanto riguarda le Rsu, verranno sostituite con le Rsa: "Gli operai non potranno più eleggere i propri rappresentanti, i quali verranno scelti dalle segreterie dei sindacati firmatari", sottolinea Bergamo.

 

In questo modo la Fiat – sempre secondo Cgil – avrebbe scritto una pagina nera nel libro delle relazioni sindacali, costituendo un "precedente scomodo e preoccupante" e tracciando un percorso facilmente percorribile da altre realtà aziendali. "Fermare questa deriva è ancora possibile. – aggiunge Bergamo – La conoscenza e la consapevolezza dei lavoratori di ciò che sta accadendo è il primo passo da compiere".

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