rotate-mobile
Cronaca Melendugno

Filo da pesca attorcigliato su metà del corpo, rischia di annegare a San Foca

Un turista romano di mezza età salvato da una agente leccese della Polfer, libero dal servizio, e dal personale del lido "Li Marangi". L'hanno visto annaspare in un punto in cui non si tocca il fondo. Sono stati rapidi a riportarlo a riva e a liberarlo. Il mare era anche particolarmente agitato

LECCE – Tutto pensava, quel turista romano di mezza età, facendo il bagno nel limpido mare del Salento, tranne che di rischiare di fare la triste fine del cefalo. E non in senso metaforico. Il bagnante, mentre si trovava in acqua, a un’altezza di poco più di 2 metri e mezzo, dove quindi non riusciva nemmeno a toccare con i piedi con il fondale, è rimasto avviluppato in mezzo a un filo da pesca, con tanto di grosso amo ancora attaccato. Agganciato c’era anche il piombo per farlo andare a fondo. Piombo che poi ha conservato in ricordo della pessima esperienza e di chi l’ha aiutato a venir fuori da una situazione davvero complicata.  

Tutto è avvenuto a metà mattinata nelle acque di San Foca, marina di Melendugno. La fortuna, per lui, è stata di trovare un agente della polizia ferroviaria di Lecce, libero dal servizio e in quel momento il più vicino alla riva, e il personale del lido “Li Marangi”, pronti a captare i messaggi d’aiuto provenienti da circa un centinaio di metri dalla riva, in prossimità della linea delle boe rosse, e a lanciarsi in sua direzione.

La disavventura è stata da incubo, soprattutto considerando che il mare, oggi, è particolarmente agitato per via del forte vento di tramontana. Dunque, il rischio era che la vittima fosse trascinata via dalla corrente, stretta nel groviglio di resistente filo in nylon, e di ferirsi per giunta con l’amo nel tentativo di liberarsi. Situazione da panico.  

L’agente era in quel momento proprio a riva con il suo bimbo. Gettando un’occhiata verso l’orizzonte, ha visto un uomo che gli è parso subito in difficoltà, con una mano sollevata a richiamare l’attenzione. Sembrava proprio che non riuscisse a nuotare. "Aiuto", ha poi udito chiaramente. E non ci ha pensato un attimo. S’è gettato in mare, raggiungendolo a nuoto, e richiamando nel frattempo anche un bagnino che dalla torretta di legno si era comunque già accorto a sua volta del bagnante in difficoltà e si stava avviando in fretta a lanciarsi in acqua con il pedalò di salvataggio.

L’agente della Polfer, nel frattempo, era già arrivato in prossimità dell’uomo, trascinandolo in un punto in cui l’acqua è più bassa per rifiatare. Poi, con l’aiuto del bagnino, il romano è stato trasportato definitivamente a riva e con il supporto di un altro giovane dello staff del lido, hanno sbrogliato – letteralmente – la matassa, attorcigliata fra le gambe e la pancia. Una sorta di trappola alla Houdini. Davvero difficile nuotare in quelle condizioni e per giunta nel mare mosso. E tutto per via di un filo abbandonato da qualche pescatore. Forse qualcuno di quelli che si appostano nelle ore serali.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Filo da pesca attorcigliato su metà del corpo, rischia di annegare a San Foca

LeccePrima è in caricamento