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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Filobus: Franceschini torna libero. Si attendono le motivazioni del riesame

I giudici del Tribunale del riesame hanno revocato la misura cautelare nei confronti del docente universitario coinvolto nell'inchiesta sulla presunta truffa. Era agli arresti domiciliari fin dal 28 novembre scorso

 

LECCE – Il Tribunale del riesame di Lecce, presieduta dal giudice Vincenzo Pellerino, ha revocato la misura cautelare nei confronti di Giordano Franceschini, 45enne, docente universitario a Perugia, che era finito prima in carcere del capoluogo salentino il 21 novembre scorso, per poi essere destinato ai domiciliari, dopo una serie di interrogatori, nell’ambito dell’inchiesta sul presunto giro di tangenti legato al progetto del filobus e che ruota intorno alla figura di  Massimo Buonerba, ex consulente legale dell’allora sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone.

Franceschini, padovano, è accusato di truffa aggravata. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Antonio De Donno, sono condotte dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Lecce. Dinanzi ai giudici, nei giorni scorsi, l’avvocato Andrea Sambati, che difende il docente, aveva chiesto la revoca degli arresti per assenza di gravi indizi di colpevolezza, non sussistendo, a suo dire, il reato. L’istanza di scarcerazione è stata accolta, ma al momento non si conoscono le motivazioni. I giudici del riesame si sono riservati di depositarle nei prossimi giorni.

Era stato il gip Antonia Martalò, lo scorso 28 novembre, a destinare Franceschini ai domiciliari, stante un atteggiamento di collaborazione con gli investigatori, sia nel corso dell’interrogatorio di garanzia, sia nei due successivi, nel corso dei quali è stato sentito anche dal capo della Procura leccese, Cataldo Motta.

Come noto, secondo l’ipotesi accusatoria, Giordano Franceschini potrebbe essere una delle figure chiave, nella scottante inchiesta sul progetto da milioni di euro, tra l’altro ancora non decollato.

Il gip, nell'ordinanza di custodia cautelare, aveva scritto, a tale proposito, che “vi sono alcune circostanze che avvalorano l'ipotesi di un massiccio utilizzo di fatture per operazioni inesistenti da parte di Franceschini, volte a indurre il Comune di Lecce a effettuare erogazioni in favore della Psgr srl, società da lui amministrata, per opere non effettuate nell'ambito della realizzazione del filobus, i cui proventi sembrerebbero essere stati smistati a persone, come Buonerba, non estranee alla stessa amministrazione comunale leccese”.  E le indagini, partite dalla Svizzera, con il sequestro di conti bancari, proseguono ora sempre più fitte, convergendo verso Palazzo Carafa

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