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Cronaca Sannicola

Fogna bianca a Sannicola, nessuna archiviazione. Il sindaco indagato

Il gip Giovanni Gallo ha respinto la richiesta del pm nell’inchiesta relativa all’affidamento dell’appalto sulla rete pluviale del 2015

SANNICOLA - Non ci sarà al momento nessuna archiviazione nell’inchiesta penale relativa alle presunte irregolarità e alle ipotesi di abuso d’ufficio nel Comune di Sannicola legate all’iter per il controverso affidamento dei lavori di realizzazione della fogna bianca e per la raccolta delle acque piovane. Lo ha deciso con una propria ordinanza, firmata nei giorni scorsi, il giudice per le indagini preliminari, Giovanni Gallo, che si è espresso sulla richiesta di archiviazione avanzata, già nel settembre del 2017 dal pm Angela Rotondano, e accogliendo di fatto anche le valutazioni e  i rilievi contenuti nell’atto di opposizione alla stessa richiesta presentato dall’avvocato Francesco Calabro difensore dei consiglieri comunali della vecchia minoranza.

Con il recente pronunciamento il gip ha ritenuto di non accogliere la richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero e di contro ordinare l’iscrizione nel registro degli indagati del responsabile del procedimento, l’architetto Gianpaolo Miglietta, e del sindaco Cosimo Piccione, in attesa di ulteriori risvolti che eventualmente emergeranno dal proseguo dell’indagine non più indirizzata verso l’archiviazione. E’ da ricordare infatti che a seguito degli esposti avanzati già dal 2015 sul nodo dell’appalto della fogna bianca in quel di Sannicola il fascicolo sulle presunte irregolari e le ipotesi di abuso era stato aperto contro ignoti. E dopo aver chiesto anche, nell’aprile del 2016, da parte del pm un supplemento d’indagine di ulteriori sei mesi per approfondimenti investigativi legati alla ricostruzione delle procedure che hanno portato all’aggiudicazione “contestata” della gara d’appalto, lo stesso magistrato aveva poi richiesto l’archiviazione per “assoluta infondatezza della notizia di reato”, ritenendo che nei fatti indicati dalla stessa denuncia, corredata dai relativi atti e provvedimenti amministrativi, non vi fosse ravvisabile “alcuna violazione di legge o di regolamento penalmente rilevante, ascrivibile a qualcuno”. Tutto quindi lasciava intravedere una breve conclusione della vicenda senza ulteriori strascichi e risvolti penali.

Ora invece la decisione del gip riaccende ancora una volta i riflettori sui lavori della fogna bianca nel territorio comunale di Sannicola dopo che la vicenda, negli anni scorsi, ha scatenato una vera e propria bagarre sotto il profilo politico e amministrativo. Polemiche al vetriolo culminate anche con le dimissioni dell’allora assessore ai lavori pubblici Maria Greco e con lo scontro frontale tra il sindaco Mino Piccione e l’opposizione del Centrosinistra. Così l’affidamento dell’appalto e le procedure per la realizzazione del progetto per i lavori di realizzazione di sistemi di collettamento differenziati per le acque piovane e l’adeguamento degli scarichi finali finirono anche sotto la lente della magistratura, ma anche in sede di giustizia amministrativa dove si sono contrapposte le ragioni assunte dal Comune di Sannicola e della ditta aggiudicataria dell’appalto la Le.Ga srl di Sternatia contro la ditta Arcobaleno costruzioni di Casarano esclusa per una presunta anomalia nell’offerta di gara.

Nell’ottobre 2015, presentando con l’avvocato Francesco Calabro l’esposto dal quale è scaturita l’inchiesta, i consiglieri Valerio Nocera e Luigi Colella affidavano all’autorità giudiziaria il controllo degli atti adottati e dei comportamenti tenuti dagli amministratori nell’ambito della procedura con cui il Comune di Sannicola aveva affidato i lavori di completamento della rete di smaltimento delle acque piovane. Erano due, in particolare, gli aspetti oggetto di segnalazione specifica: “il fatto che la giunta, con un provvedimento adottato in autotutela, avesse annullato la delibera con cui in precedenza aveva approvato il progetto definitivo posto a base della gara, senza tuttavia bloccare, contemporaneamente, l’assegnazione dei lavori e il fatto che i lavori fossero stati affidati alla ditta seconda in graduatoria, la Le.Ga. srl., nonostante il Consiglio di Stato avesse accolto l’istanza cautelare proposta dalla prima classificata, l’Arcobaleno srl, contro gli atti che ne avevano determinato l’esclusione”. Trascorsi due anni dall’apertura del procedimento, il pm ne aveva richiesto l’archiviazione, mentre il gip respingendo quell’istanza ravvisa ora che “dagli atti emergono degli evidenti profili di violazione di legge nelle procedure relative alla progettazione dei lavori di adeguamento e costruzione dei sistemi di collettamento acque piovane della rete di fognatura pluviale e di successiva aggiudicazione dell’appalto tale da ipotizzare la integrazione del delitto di abuso d’ufficio”. L’inchiesta dunque andrà ora avanti ma il sindaco Cosimo Piccione, riconfermato alla guida del Comune, e la sua maggioranza di Sannicola Cambia hanno sempre ribadito “la regolarità dell’appalto in questione e per la legittimità del proprio operato di non temere nessun indagine”.

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