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Cronaca

Fondi bloccati dalla burocrazia. Protestano gli addetti alle pulizie delle scuole

Le persone interessate in provincia sono oltre 800. I sindacati in prefettura: "Forti tensioni. Le attività non ripartono nonostante la copertura economica prevista"

LECCE – Il servizio di pulizie delle scuole si è impantanato nella farraginosa macchina della burocrazia italiana. I fondi a copertura dell’appalto – vinto dalla capofila Dussmann service – sono stati stanziati con la legge Finanziaria, nell’ambito del progetto “scuole belle”, ma sono indisponibili. 128 milioni di euro sono quindi bloccati alla frontiera perché sottoposti alle necessarie e legittime verifiche da parte della Corte dei conti.

Il problema dei lavoratori però, che non possono attendere le lungaggini amministrative, continua ad aggravarsi. Tant’è che questa mattina sono tornati a protestare sotto i portoni della prefettura di Lecce, rappresentati dai sindacalisti di Filcams Cgil, Uiltucs Uil, Fisascat Cisl.

La protesta nasce dalle forti tensioni che si stanno verificando tra gli addetti della Dussmann (800 nella sola provincia di Lecce) a causa della mancata ripresa delle attività lavorative nei cantieri scolastici. “Le persone devono andare a lavorare con la certezza di essere retribuite, invece mancano all’appello le integrazioni dell’ammortizzatore sociale Fis, richiesto dalla aziende in subappalto. Queste somme non sono ancora state erogate dall’Inps perché manca il relativo decreto”, spiega la segretaria generale di Cgil Lecce, Valentina Fragassi, a margine del sit-in.

I lavoratori vengono attualmente retribuiti con uno stipendio decurtato in base al taglio del monte ore: la riduzione è proporzionale agli esuberi ed è la più consistente di tutta la Regione Puglia. Il monte ore è stato infatti ridotto mediamente del 50 percento e si arriva fino all’80 percento all’interno due aziende subappaltate da Dussman service.

“L’istituto di previdenza non sta erogando le quote del Fis – puntualizza il collega di Uiltucs, Luigi Ingrosso -: ciò significa che ogni lavoratore avanza circa un centinaio di ore per il mese di dicembre dall’Inps”. Tradotto in moneta, ciò implica 300 euro in meno sullo stipendio mensile. Una cifra non da poco, se si considerano i bassi livelli contrattuali degli operatori interessati e le difficoltà economiche in cui versano centinaia di famiglie monoreddito. Per non parlare della qualità del servizio reso agli utenti che, inevitabilmente, ne sta risentendo.

“A ciò si aggiunga che le aziende stanno facendo ricorso alle ferie maturate e maturande per mantenere il servizio in un appalto di prossima scadenza e che queste somme saranno richieste indietro dai lavoratori nel prossimo futuro”, aggiunge il referente Uiltucs.

I sindacati sono freschi della manifestazione che si è tenuta ieri a Bari presso la sede del Miur: in quella circostanza hanno chiesto che si aprisse un tavolo di lavoro, con il coinvolgimento della task force regionale, per giocare d’anticipo anche sulla nuova gara d’appalto, in vista della scadenza nel mese di agosto 2016.

In più i segretari ritengono necessaria, e non più procrastinabile, l’apertura di un tavolo di crisi permanente volto alla soluzione di tutte le vertenze (ormai innumerevoli) del territorio.

Oggi, al prefetto di Lecce, sono tornati a chiedere il coinvolgimento della deputazione salentina e degli esponenti di governo affinché il loro intervento riesca a velocizzare i tempi della burocrazia impantanata sulla revisione della Corte dei conti e sull’erogazione dell’ammortizzatore Fis.

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