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Cronaca Gallipoli

Fra un mese si rialza il sipario del teatro Garibaldi

Gallipoli: Il 29 febbraio tornerà alla luce uno dei gioielli culturali più importanti del centro storico. L'anticipazione del commissario Angelo Trovato. In fase di completamento i lavori di restauro

L'anno bisestile porta bene per la Cultura gallipolina. Quella con la C maiuscola. Mentre ritorna in auge, proprio da sabato prossimo, la stagione di prosa "sospesa" lo scorso anno per volontà della vecchia amministrazione comunale e si accelerano i tempi del recupero funzionale del museo civico e della ex biblioteca comunale, la notizia del giorno è quella anticipata dal Commissario prefettizio, Angelo Trovato: il 29 febbraio riapre il Teatro Garibaldi. Un "coup de theatre" che la città di Gallipoli, assetata di cultura e di crescita intellettuale, aspettava con immenso piacere. Sembra ormai tutto pronto, e i lavori di completamento del restauro di uno dei simboli più importanti dell'architettura storica della città, volgono ormai al termine. Un contenitore per troppi anni abbandonato e trascurato, e ad ostacolare il suo recupero anche le ataviche battaglie portate avanti dal Comune per liberare i locali di pertinenza del teatro occupati per anni ed utilizzati come civili abitazioni. Ma ora sembra tutto passato. Con la presa di coraggio dell'amministrazione pubblica su input conclusivo del Commissario straordinario, Trovato, presto il sipario dello storico teatro del 1825, che insiste nell'omonima via Garibaldi che costeggia la sede comunale di palazzo Balsamo, potrà essere rialzato. Magari con una nuova veste e dimensione, il teatro Garibaldi potrà tornare ad essere il punto di riferimento per le attività teatrali e culturali in generale, ma sarà attrezzato anche per la video conferenze e magari per incontri culturali di spessore nazionale ed internazionale. E ricordando anche che la riapertura della struttura consentirà anche di avere a disposizione le residenze fisse che potranno essere messe a disposizione delle compagnie teatrali.

E' quanto conferma anche il presidente del Teatro Pubblico Pugliese, Carmelo Grassi, che puntualizza l'impegno profuso dal consorzio per portare a termine un iter avviato nel 2000 e che si riallaccia al progetto universale della Città dei Teatri che vede accanto al teatro Garibaldi di Gallipoli anche i progetti di riqualificazione di altri importanti spazi culturali del Salento, quali il teatro di Novoli, quello di Nardò, lo stesso teatro Apollo di Lecce. Ma non va dimenticato che se il Garibaldi de "la curte crande" potrà presto tornare a nuova vita lo si deve anche alla esecuzione del progetto di completamento del restauro (redatto dai tecnici Franco Carriero e Pietro Antonio Sferrati), licenziato nel gennaio del 2006 dalla vecchia amministrazione Venneri che nell'ambito dell'Accordo di Programma Quadro in materia di beni ed attività culturali aveva ottenuto un finanziamento complessivo di 718mila euro.

Per comprendere in sintesi la valenza storico-culturale del teatro Garibaldi basta attingere dalle fonti ufficiali e rammentare che fu costruito da Bonaventura Luigi Balsamo nel 1825, all'interno di una corte cittadina, detta la "curte crande". Sorto a pochi passi dalla cattedrale, l'edificio fu intitolato "Del Giglio", in onore della casa dei Borbone e in omaggio a re Francesco I, ma rimase una struttura privata. Il Cavalier Balsamo, infatti, lo aveva costruito a proprie spese come segno della superiorità della classe nobiliare in un periodo di grande splendore in cui viveva Gallipoli, grazie soprattutto al fruttuoso commercio dell'olio. Nel 1874 divenne comunale e fu ristrutturato dall'ingegnere Bernardini di Lecce. Il teatro fu dunque intitolato a Giuseppe Garibaldi. La struttura all'esterno presenta una facciata in carparo e pietra leccese; su due colonne centrali spiccano metope e corone di foglie d'alloro, mentre un altorilievo raffigura una maschera teatrale. All'interno, il pavimento presenta un movimento romboidale di marmo bianco di Carrara e di grigio. Si notano sei pilastri distribuiti a destra e a sinistra con capitelli ionici, che sorreggono due volte a stella. Di fronte al foyer si aprono due gradinate che portano ai palchi. La sala ha la forma di ferro di cavallo e la sua pavimentazione è costituita da assi di legno in rovere. Ogni ordine di palchi ha una differente decorazione floreale, ma i colori sono comunque prevalentemente il giallo paglierino, l'oro, il marrone e il verde bottiglia. La volta della sala è costituita da più ellissi, di cui quella centrale raffigura tre amorini che cingono una lira, su un cielo azzurro. La struttura che può ospitare 400 persone, ha una platea con 100 posti a sedere.

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