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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Lizzanello

Freddato a 21 anni con tre colpi di pistola, la pg chiede la conferma di tre ergastoli

Per l’accusa l’omicidio avvenuto nel 1999 maturò in un contesto mafioso. Prende la parola uno degli imputati che rischia “il fine pena mai”: “Sono innocente”

LIZZANELLO - La Procura generale non ha dubbi: l’omicidio del 21enne di Lizzanello Gabriele Manca, avvenuto nel marzo del 1999 maturò in un contesto mafioso e i responsabili furono, oltre a Carmine Mazzotta, 45enne di Lecce, (già condannato in appello a trent’anni di reclusione), Giuseppino Mero, 53enne di Cavallino, Omar Marchello, 39enne, e Pierpaolo Marchello, 40enne, entrambi di Lizzanello. E’ quanto hanno sostenuto la pm Carmen Ruggiero e il procuratore generale Antonio Maruccia oggi davanti alla Corte d’assise d’appello del tribunale di Lecce, invocando così la conferma della sentenza di condanna all’ergastolo emessa in primo grado per i tre imputati.

Stando alle indagini, il giovane, il cui corpo fu rinvenuto giorni dopo il delitto (il 5 aprile) vicino a un muretto a secco, tra Lizzanello e la frazione di Merine, fu freddato con tre colpi di pistola per contrasti legati allo spaccio di droga perché avrebbe svolto l’attività illecita senza dare conto a Omar Marchello, ritenuto referente della zona di Lizzanello; quest’ultimo avrebbe cercato di mettere in riga il ragazzo, punendolo con uno schiaffo, ma di risposta sarebbe stato ferito con un coltello; l’episodio fu denunciato dal 39enne che però passò per “infame” e che, secondo l’accusa, proprio per liberarsi di questa etichetta e “riabilitarsi” negli ambienti criminali avrebbe eliminato il rivale.

E’ questo il quadro ricostruito dagli inquirenti diciotto anni dopo l’omicidio, grazie alle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, Alessandro Verardi e Alessandro Saponaro.

Una ricostruzione che Omar Marchello, ascoltato oggi in videoconferenza dalla località in cui è detenuto, ha cercato di confutare in ogni modo. Prima della requisitoria dell’accusa, ha rilasciato dichiarazioni spontanee per ripercorrere tutto il suo curriculum criminale e cercare di convincere la Corte che non c’entra nulla con la morte di Manca.

Nelle prossime udienze, il 24 febbraio e il 10 marzo, la parola passerà agli avvocati Umberto Leo, Giancarlo Dei Lazzaretti, Germana Greco e Fulvio Pedone, poi la Corte si ritirerà in camera di consiglio per decidere il verdetto.

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