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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Galatone

Frode milionaria, 228 fatture fittizie per autovetture d'importazione

Il raggiro è quello tipico delle "frodi carosello". Una società in liquidazione ha contabilizzato costi mai sostenuti per circa 2 milioni e mezzo di euro. Evasa Iva per mezzo milione. Denunciato rappresentante legale

 

GALATONE – Le auto viaggiavano su una sola direttrice, quella tra un paese dell’Unione Europea, dove i veicoli  erano immatricolati, e il Salento,  per finire nel parco di un’azienda, pronti per essere venduti a clienti del posto. Il tragitto delle relative fatture, però, era più complicato seguendo lo schema tipico delle cosiddette "frodi carosello", in virtù delle quali l’acquirente finale si ritrova - ignaro del raggiro ed estraneo a qualsiasi complicità - a comperare un’auto a prezzi vantaggiosi mentre la concessionaria beneficia dell’evasione dell’Iva attraverso la contabilizzazione di costi fittizi.

Così la compagnia della guardia di finanza di Gallipoli ha scoperto il mancato versamento dell’Iva da parte di una società in liquidazione di Galatone che operava nel commercio d'auto di circa 500 mila euro e la fatturazione di spese mai sostenute per quasi 2 milioni e mezzo. Le frodi carosello sono da tempo un meccanismo consolidato per raggirare l’erario, nelle quali svolge un ruolo strategico la cosiddetta “cartiera”, cioè il primo acquirente italiano che compera sulla carta la merce e la rivende ad un terzo soggetto – detto filtro – indicando in fattura l’Iva che, tuttavia, non sarà mai versata. E’ poi l’operatore che funge da filtro a cedere,  il mezzo alla concessionaria, adempiendo agli obblighi Iva. 

Nei meccanismi più raffinati, i “filtri” sono più di uno, allo scopo di complicare difficoltosa la ricostruzione della filiera della frode. Il rappresentante legale pro-tempore della società di Galatone è stato denunciato all’autorità giudiziaria per utilizzo in dichiarazione di fatture per operazioni inesistenti. La verifica della documentazione della società ha consentito, infatti, di appurare che la stessa, nel 2005, aveva contabilizzato costi fittizi scaturenti da 228 fatture di acquisto emesse dalla “cartiera” e riferibili a compravendite mai avvenute.

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