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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Furti di superalcolici nei supermercati, a processo "la banda dello champagne"

Fissata per il 5 ottobre la prima udienza nei riguardi del gruppo che avrebbe messo a segno almeno undici colpi tra giugno e settembre dello scorso anno per un valore totale di circa tremila euro

LECCE - E’ stato fissato per il 5 ottobre il processo alla banda specializzata nel mettere a segno furti nei supermercati del Salento, in particolare di alcolici costosi, come champagne, rum e whisky. Sono quattro i destinatari del decreto di citazione diretta a giudizio disposto dalla Procura di Lecce, ma due di loro sono irreperibili. Si tratta di Mihai Mitica, di 34 anni, che si rese “uccel di bosco” sin dal momento dell’arresto e del fratello Laurentiu Marius, di 32, riuscito a evadere i domiciliari disposti su ordinanza del gip Cinzia Vergine lo scorso marzo.

Quanto agli altri due componenti del gruppo, la coetanea Andreea Florentina Dragan, di 32 anni, e Robert Cristian Soceanu, di 19, residenti a Lecce, assistiti dagli avvocati Davide Pastore e Benedetto Scippa, potranno fare richiesta di rito alternativo nella prima udienza che si celebrerà davanti al giudice Valeria Fedele.

Quest’ultimo è ritenuto dall’accusa responsabile di 8 degli undici furti contestati dagli inquirenti, avvenuti tra giugno e settembre dello scorso anno, nei supermercati di Lecce, Poggiardo, Uggiano La Chiesa, Martano, Minervino Di Lecce, San Cassiano, Otranto, Maglie, Nardò per un valore totale di circa tremila euro.

Uno di questi colpi, quello del 5 settembre scorso, ai danni del Conad di via Unità d’Italia, a Poggiardo, sfumò proprio grazie al fatto che fu arrestato in flagranza di reato dei carabinieri del posto.

Sempre a Soceanu è attribuito anche il furto di dodici chili di parmigiano reggiano dal valore di 150 euro prelevato due giorni prima dagli scaffali dell’Eurospin, in via Alimini, a Otranto, in concorso con Mihai Mitica.

Il modus operandi sarebbe stato il seguente: rimuovere le etichette antitaccheggio dalle bottiglie, metterle in uno zaino, e presentarsi in cassa con merce di basso valore come una bottiglia d’acqua.

Fondamentali a chiudere il cerchio sulla banda furono i filmati ripresi dalle telecamere di videosorveglianza degli esercizi commerciali visionati dai militari dell'Arma di Lecce e dagli agenti commissariato di Nardò, e il materiale (informatico e gli indumenti) trovato durante le perquisizioni svolte in casa dei sospettati.

Durante l’interrogatorio di garanzia, Soceanu si avvalse della facoltà di non rispondere, mentre Laurentiu Marius Mitica e Dragan ammisero gli addebiti, spiegando che con una parte della refurtiva si sarebbero ubriacati e che il resto l’avrebbero spedito ai parenti in Romania in occasioni di matrimoni e feste di altro tipo.

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