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Cronaca Galatina

“Ti scanno”: la lite per strada, poi l’accoltellamento. Arrestato 46enne per tentato omicidio

L'episodio risale al 9 febbraio scorso ed è avvenuto a Galatina. Dopo una colluttazione, ad avere la peggio un 54enne, colpito fino a perdere i sensi, dopo essere rientrato verso casa. Ora è scattata l'ordinanza di custodia cautelare in carcere

GALATINA – La sera dell’accoltellamento, la vittima se l’era cavata probabilmente per il rotto della cuffia. Le ferite subite avrebbero potuto portarlo alla morte. Questione di centimetri, come stabilito da una perizia, svolta nel corso delle indagini, e come giudicato anche dai primi medici che avevano preso in cura quell’uomo, 54enne di Galatina. Che era crollato proprio sulla soglia di casa, dopo essere tornato dal luogo di un acceso confronto. Forse non pensando, in quei primi istanti, di essere ferito gravemente.

E invece, quando si era accorto di perdere molto sangue dal fianco destro e iniziando ad avvertire i sintomi di un mancamento, aveva giusto fatto in tempo a chiedere soccorso al cognato. “Aiutami, sto morendo”, aveva implorato, citofonando con insistenza, per poi perdere i sensi per strada. Soccorso con tempestività da un’ambulanza del 118 e portato in ospedale, a Scorrano, alla fine era stato giudicato guaribile in quaranta giorni. Ma che l’intenzione fosse quella di uccidere, lo scrive chiaramente la giudice per le indagini preliminari Silvia Saracino, nell’atto che dispone l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Rocco Indraccolo, 46enne, anch’egli galatinese.

Il movente passionale

A monte vi sarebbe la gelosia di Indraccolo verso la sua convivente. Animato da sospetti, la sera del 9 febbraio scorso avrebbe convocato il 54enne verso casa sua. E l’uomo vi si sarebbe effettivamente recato, forse mai pensando che l’altro ne sarebbe uscito armato di un coltello da cucina, di quelli per tagliare la carne, quindi ben affilato. Indraccolo – che era già stato identificato e indagato a piede libero quella sera stessa dai carabinieri della stazione di Galatina – si era difeso nell’immediatezza sostenendo che fosse stato proprio il 54enne a presentarsi armato. Ma la versione, per la giudice, non regge. Vuoi per le testimonianze raccolte, vuoi per il tipo di ferite riportate dalla vittima.

“Ti scanno”, avrebbe detto Indraccolo per telefono, invitando il 54enne a farsi avanti. Poi, il fattaccio. Stando alle ricostruzioni, dapprima i due si sarebbero presi reciprocamente per il collo. Quindi, sarebbe stato usato il coltello. Almeno un paio di fendenti, ferendo il 54ennne alle mani, nell’evidente tentativo di parare i colpi, e soprattutto al fianco destro.

Il coltello trovato dietro a una ruota

Nel corso delle indagini dei militari galatinesi, non solo sono state ascoltate testimonianze, ma visionate anche alcune immagini di videocamere di sicurezza che mostrerebbero fasi come l’arrivo del 54enne e il successivo ritorno verso casa sua, ormai già ferito, gesticolando verso Indraccolo. L’arma usata era stata ritrovata quella sera dai militari dietro la ruota posteriore sinistra dell’Opel Meriva del 46enne. La perizia del medico legale Francesca Donno, incaricata dalla procura, ha poi stabilito che la zona colpita avrebbe potuto comportare lesioni più gravi rispetto a quelle riscontrate, come fegato, rene e intestino, con un’emorragia tale da portare in breve alla morte, senza intervento immediato.

Ieri sera, i carabinieri della stazione di Galatina hanno raggiunto Indraccolo e l’hanno arrestato, portando in carcere, a Lecce. L’uomo è difeso dagli avvocati Mario Stefanizzi e Daniele Scala.      

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