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Lunedì, 4 Dicembre 2023
Cronaca Carpignano Salentino

Gigi e Stefy, un anno dopo: tutta Carpignano si ferma

Una serata di commozione e promozione della sicurezza stradale quella della nascita dell'associazione intitolata a due delle sette vittime dell'incidente che l'estate scorsa straziò il Salento intero

Uno sciame silenzioso, un corteo lungo come un mare in cammino dietro la memoria: c'è tutto il popolo di Carpignano e tanta gente venuta dai paesi limitrofi a ricordare Luigi e Stefania Moschettini, le due giovani vite spezzate insieme ad altre cinque (Mery Coviello, Elisa Giurgolo, Matteo Maggiore, Enrico Mariano, Chiara Filieri), dietro ad una curva infame un anno fa, alle prime luci di un mattino mai diventato pienamente giorno. C'è commozione, quella spontanea di un paese che ha percepito di aver perso qualcosa di sé su quella strada, ma c'è un rispettoso ossequio, scandito dal passo lento e da un dolore composto della fiaccolata, che apre la manifestazione ed attraversa tutti gli angoli del paese. Ci sono molti sindaci dei comuni della Grecìa salentina e non solo: è presente anche il primo cittadino di Galatone, l'altro paese sconvolto dalla morte dodici mesi fa. Con Luigi e Stefania, che danno nome ad un'associazione nascente, camminano idealmente per le vie di Carpignano, le molte vittime della strada. Le troppe. Sorprese da un colpo di sonno, da un errore di valutazione, da una distrazione, dalla fatalità o da un minimo di incoscienza, che qualche volta riserva destini tragici. In fondo, è una fatica ricordare, perché è rivivere un pezzo di dolore, ravvivandolo senza mai cancellarlo definitivamente.

I volti, immortalati nelle gigantografie esposte nel corteo e poi nella piazza di Ognissanti, sono in fondo reliquie della memoria: facce sorridenti di vite giovanissime, che portano impressa la spensieratezza della loro età e mille sogni custoditi nei loro sguardi. Il volto di Luigi campeggia insieme alla sua prestanza, lui capo in servizio presso il IV Stormo dell'Aeronautica militare di Grosseto, con la passione per il mare; Stefania rifulge di una bellezza istantanea e semplice, che avvolge con un sorriso contagioso. Sembra davvero di averli davanti agli occhi. Ma nella loro assenza, lasciano in dote dei valori, uno fra tutti lo spendersi per le persone più disagiate, che la comunità di Carpignano ha apprezzato e che hanno ispirato l'origine dell'associazione onlus che porta i loro nomi. Le finalità di quest'ultima sono state illustrate dal presidente, Adriano Colavero, all'interno della tavola rotonda in piazza, coordinata dalla professoressa, Maria Rosaria De Lumè: volontà di accompagnare le famiglie con figli svantaggiati e attenzione alle categorie sociali più deboli sono alcune delle scelte-manifesto della nascitura realtà associativa. Perché il dolore può avere molte facce.

Quella di chi, ad esempio, trova anche giusto "incazzarsi con Dio", come racconta nella sua breve introduzione il sindaco, Roberto Isola, o quella di chi ritiene che ci sia una "società da cambiare e ripensare", come sostenuto dal parroco e docente di filosofia, don Giuseppe Colavero; o quella di chi si trova a dover fare i conti quotidianamente più coi numeri che con le buone intenzioni, come nel caso di Maurizio Scardia, direttore del 118, o di chi ha l'infausto compito di essere spesso messaggero di tragedie come le forze dell'ordine, impegnate sulle strade o quello di chi ha sperimentato cosa vuol dire perdere qualcuno che si ama sulla strada, come nel caso della rappresentante dell'associazione Familiari vittime della strada, sezione di Maglie, Eva Ruggeri; o quello di chi nel dramma, prova a ridare movimento ad una speranza di vita, attraverso un gesto di straordinario altruismo, come nell'esperienza del dottor Giuseppe Neglia, responsabile dell'Aido Lecce. O quello sofferto, ma privo di animosità, della famiglia Mariano, presente alla serata insieme alla famiglia Moschettini: perché il dolore non può reggersi mai sul rancore.

Ma la memoria, come spiega il presidente dell'associazione Colavero, non vuole essere solo un mero ricordo di un dramma, nell'augurio che nulla di simile si ripeta, ma anche e soprattutto un inno alla vita, ossia un voler credere che anche dietro al dolore, c'è spazio per la speranza: ecco come si spiega il concerto dei Dama e dei Logo, che chiude la serata di riflessione sul tema della sicurezza stradale, coi primi che intonano un brano dedicato proprio alla vicenda dei fratelli Moschettini. Il primo anniversario si conclude così, con la fatica del ricordo, ma con la certezza che, oltre ogni dolore, in fondo, "non resta che vivere".

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