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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Gioco erotico, autopsia conferma il soffocamento

Asfissia da soffocamento, è questa la causa della morte di Paola Caputo. E´ quanto emerso dai primi risultati dell'autopsia svolta sul corpo della giovane salentina dal medico legale Giorgio Bolino

LECCE - Asfissia da soffocamento, è questa la causa della morte di Paola Caputo, la ragazza di 23 anni di Villa Baldassarri deceduta nel corso di un gioco erotico, lo "shibari", che ha provocato anche gravi ferite ad una 23enne romana.

E´ quanto emerso dai primi risultati dell'autopsia svolta sul corpo della giovane salentina, studentessa fuorisede all´università romana della Sapienza. L'esame autoptico è stato eseguito dal medico legale Giorgio Bolino, esperto dell'istituto di medicina legale della Sapienza, nell'ambito degli accertamenti disposti dalla Procura di Roma.

I risultati definitivi arriveranno entro 60 giorni, con i risultati dei test tossicologici relativi alla presenza di droga e alcol nel sangue e nei tessuti. Domani sera la salma della giovane salentina dovrebbe far ritorno a Villa Baldassarri, dove giovedì saranno celebrati i funerali, in forma privata, nella chiesa della Madonna del Carmelo.

I legali della famiglia Caputo, gli avvocati Francesca Conte e Maria Calise, hanno diffuso un comunicato in cui dichiarano di essere "consapevoli che la verità processuale saprà chiarire come la giovane Paola sia stata vittima di un "gioco" più grande di lei e sicuramente da altri orchestrato ed organizzato". "La famiglia - si legge ancora nel comunicato - oggi chiede con forza il rispetto della "memoria" di Paola Caputo, che non può e non deve essere offuscata dalle dichiarazioni di parte (e ci si consenta: di comodo) dell´ingegnere Soter Mulè".

Nelle sette pagine di ordinanza con cui ha convalidato l´arresto e disposto i domiciliari di Soter Mulè (l´ingegnere romano accusato di omicidio colposo per aver legato le due ragazze con la tecnica dello shibari), il gip del Tribunale di Roma, Marco Mancinetti, scrive che da parte di Mulè "non vi è stato alcun comportamento di prevaricazione, di minaccia o di costrizione per indurre le due vittime ad accettare di essere legate". "In ogni caso - si legge nell´ordinanza - quella posta in essere dall'indagato è stata una gravissima imprudenza, contrassegnata dall'aver dato corso a una pratica in cui egli stesso si definisce poco esperto e che è oggettivamente rischiosa".

Il gip ha inoltre ritenuto attendibile la ricostruzione degli eventi fatta dal 42enne, dai contatti pomeridiani all´uscita serale, fino alla decisione di recarsi nel garage della Bufalotta. Paola, racconta Mulè, viene bloccata "in stazione eretta, con piedi a terra, ma subito dopo essere stata legata, accusa un malore e perdendo i sensi si accascia al suolo: il peso del suo corpo mette in tensione le corde, comprese quelle intorno al collo di entrambe le ragazze". Il grave errore dell´ingegnere romano è quello di "non aver tenuto accanto a sé il coltello, come invece la pratica del bondage suggerisce".

Il gip comunque sottolinea che "il gioco non prevedeva alcun effetto di sollevamento mediante la corda al collo delle due ragazze". Un gioco trasformatosi in tragedia anche e soprattutto perché condotto da mani inesperte che ha spezzato la vita e i sogni di una ragazza di 24 anni.

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