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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Guagnano

Gioco erotico finito in tragedia, torna in libertà Soter Mulè

L'ingegnere romano accusato di omicidio colposo per la morte di Paola Caputo, la 23enne originaria di Villa Baldassari, nel corso di un gioco erotico, è stato scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare

 

LECCE – A distanza di tre mesi dall’arresto, era il pomeriggio del 10 settembre, Soter Mulè, l’ingegnere romano di 43 anni accusato di aver provocato la morte di Paola Caputo, 23enne originaria di Villa Baldassari (piccola frazione del comune di Guagnano) nel corso di un gioco erotico giapponese messo in scena in un garage di proprietà dell’Agenzia delle entrate di Roma (in via di Settebagni 384, in zona Bufalotta), è di nuovo un uomo libero. Mulè, fotografo molto noto e appassionato di bondage, è stato scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare. L’ingegnere romano è accusato di omicidio colposo (inizialmente l’accusa, rappresentata dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e dal sostituto Maria Teresa Golfieri, aveva ipotizzato l’accusa di omicidio preterintenzionale, poi derubricato dal gip Marco Mancinetti in sede di convalida dell'arresto ed emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere), reato che prevede una custodia preventiva della durata di massimo tre mesi.

Quella che doveva essere una lunga notte dalle forti emozioni e dai piaceri proibiti, si trasformò in una tragedia dal bilancio pesantissimo, con una giovane vita spezzata ed un’altra ragazza ricoverata in gravi condizioni in ospedale. Paola Caputo (studentessa fuori sede all’università “La Sapienza”) morì soffocata mentre praticava lo shibari, un’antica forma artistica di legatura giapponese divenuta col tempo una pratica sessuale estrema, che consiste nel legare più parti del corpo fino al collo. A lanciare l’allarme e chiamare i soccorsi, intorno alle 4.45 di notte, fu lo stesso ingegnere romano. Le due ragazze erano state legate da Mulè per il collo, di schiena, con una corda appesa al tubo del riscaldamento nel garage per una seduta di breathplay. L’autopsia stabilì che a causare la morte della 23enne fu una “costrizione esterna del collo determinata da un laccio”. Soter Mulè fu inizialmente arrestato e condotto nel carcere di Regina Coeli, e dopo due giorni ottenne i domiciliari, regime detentivo in cui ha trascorso gli ultimi tre mesi.

L'ingegnere si è sempre difeso spiegando che si è trattato di una fatalità. Una delle dure ragazze, la 24enne romana, avrebbe accusato un malore crollando a terra, causando il soffocamento di Paola, spinta verso l'alto. Mulé, attraverso i suoi legali, ha sempre affermato che si trattava di un gioco in cui erano tutti consenzienti. Una tesi ritenuta valida anche dal gip.

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