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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Violenze dopo Lecce-Carpi. Giudizio immediato per gli ultras indagati

L'inchiesta sugli episodi del 16 giugno scorso è nelle mani del sostituto procuratore Massimiliano Carducci. Nelle settimane seguenti, la Digos procedette, in due fasi, all'arresto di quattordici tifosi e al deferimento di altri supporter giallorossi

LECCE – Il gip Giovanni Gallo ha accolto la richiesta di giudizio immediato formulata nei confronti di tifosi giallorossi coinvolti nell’inchiesta sugli incidenti e le violenze avvenute all’interno e all’esterno dello stadio “Via del Mare” al termine dell’incontro del 16 giugno scorso contro il Carpi, che decretò la mancata promozione in serie B dei pugliesi. Nell’immediatezza degli scontri si procedette all’arresto di un 27enne originario di Mesagne e residente ad Erchie (Brindisi), Virgilio Coppola, e alla denuncia di un 33enne di Surbo e di un 19enne di San Cesario. La loro posizione è stata giù giudicata per direttissima.

Il 6 di luglio furono arrestati Antonio Carmine Angelè, 40enne di Matino; Giuseppe Campobasso, 36enne di Copertino; Francesco Cannoletta, 26enne di Cavallino; Christian Capoccia, 30enne leccese; Andrea De Giorgi, 37enne del capoluogo salentino; Simone Fiorentino, 34enne di Lecce; Gabriele Greco, 27enne, leccese; Renato Orlando, 42enne di Morciano di Leuca; Andrea Bufano, 36enne originario di Maglie e Riccardo Tondo, 30enne di San Cesario di Lecce.

Antonino Raccardi, 23enne di Palermo, è accusato, oltre che di atti di violenza all’interno dello stadio dopo l’invasione, anche del danneggiamento e dell’incendio che ha distrutto la jeep della polizia parcheggiata dietro la Tribuna centrale, per, che si trovava nel capoluogo emiliano ed è stato arrestato dagli agenti della Digos di Bologna. Un 35enne di Sogliano Cavour fu denunciato per l’aggressione ad un fotoreporter, un’altra dozzina di supporter venne deferita a vario titolo.

Il primo di agosto – quando già molti degli arrestati della prima tornata erano stati rimessi in libertà - sulla base di ulteriori approfondimenti di indagine, finirono in manette Simone Giannini, 28enne di Lecce, Michel De Matteis, 26enne di Copertino e Massimiliano Stefanizzi, 34enne di Firenze.

Nel corso degli interrogatori i tifosi collaborarono, fornendo la propria versione dei fatti e, in alcuni casi, una parziale ammissione di colpa. Quasi tutti i tifosi hanno sottolineato che il loro operato non è stato assolutamente premeditato, evidenziando di aver agito in modo inconsueto e spontaneo, trascinati dagli avvenimenti e dalla delusione di una promozione sfumata sul più bello.

Una circostanza che, come loro stessi hanno rilevato, non giustifica le loro azioni per cui si sono detti pronti ad assumersi le proprie responsabilità. A dimostrazione della mancata premeditazione e dell’esistenza di un progetto studiato a tavolino, il fatto che quasi tutti i supporter abbiano agito a viso scoperto, incuranti delle videocamere di sicurezza, delle forze dell’ordine e dei media. Nelle settimane successive tornarono tutti a piede libero mentre furono formalizzate altre due denunce.

Gli imputati rispondono, a vario titolo, di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento e violazione dell’articolo 6 quater della legge speciale 401 del 1989 (violenza o minaccia nei confronti degli addetti ai controlli dei luoghi ove si svolgono manifestazioni sportive).  In un caso, quello del giovane tifoso palermitano, è stata contestata anche la violenza privata e l’incendio. Gli investigatori sono convinti che vi sia un nesso di causalità tra gli incidenti del 16 giugno e quanto avvenuto il giorno prima all’interno di un noto ristorante cittadino quando, un gruppo di ultras, rivolse a calciatori e dirigenti minacce molto esplicite che si sarebbero tramutate in conseguenze reali nel caso in cui la squadra avesse mancato l’obiettivo promozione. 

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