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Cronaca Via Taranto

Giuseppe ritorna nella casa della tragedia sotto sequestro: "Non me ne vado"

Non è contento della stanza che il Comune gli ha trovato dopo che la procura ha posto i sigilli sul fabbricato fatiscente di via Taranto. L'uomo che aveva scoperto la coppia dei senzatetto in una voragine, era rientrato nelle ultime ore

LECCE – Giuseppe, questa mattina, è ritornato lì. Ma c’è chi dice che nella casa della tragedia di via Taranto, ci sia andato già dopo un paio di giorni aver scoperto i cadaveri di Veronica Piggini e Riccardo Martina immersi nel liquame di una cisterna, di cui nessuno sapeva nulla prima che il pavimento crollasse e si portasse giù la coppia di senzatetto. E in effetti, almeno in un'altra occasione, s'è veramente presentato, nei giorni scorsi. Per essere allontanato, ancora una volta. 

Giuseppe, barba bianca, un “fantasma” per la città barocca, ora ha finalmente un volto che appare sui tg e sui giornali. Oggi si è barricato in casa per alcune ore perché nessuno gli ha ancora trovato una sistemazione degna di questo nome. E la storia tra le mura di proprietà privata, e destinate, forse, ad essere abbattute e intanto poste sotto sequestro dalla Procura (che si ricorda ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti), continua.

“Di qua non me ne vado. Per dormire mi avevano proposto (il Comune, ndr) una stanza. Ma lì dentro mi sentivo soffocare e così sono ritornato qui, dove ho ancora le mie cose, il mio cane. Domani dicono che si devono incontrare in Comune per vedere se risolvono qualcosa, ma nel frattempo resto qui”. Dietro il vecchio e fatiscente caseggiato, c'è quel che resta delle campagne appena fuori Lecce prima che il cemento si mangiasse ettari su ettari di terreno. Ma resta il giardino della casa, qualche albero, roba accatastata, il cane di Giuseppe. Il suo mondo.

Polizia locale, agenti delle volanti, assistenti sociali, ambulanza con i sanitari del Cim. Tutti lì e vedere di convincere di Giuseppe ad andarsene. Ma dove? Nel frattempo, nella lunga “trattativa” durata tre ore, si capisce anche di che pasta sono fatti i poliziotti. Un agente in particolare ha dimostrato con Giuseppe pazienza infinita, comprensione per il suo disagio, quasi fosse un amico più sfortunato. E alla fine l'opera di persuasione ha sortito esito positivo. Intorno all'ora di pranzo, Giuseppe s'è lasciato convincere. 

“Allora vorrà dire che ve ne andate voi, chiudo col lucchetto la porta di casa ed esco – promette – ma mi dovete dare la vostra parola che se questa notte mi incontrerete in giro per la città mi lascerete perdere. Poi, domani mattina vedrò cosa avrà da comunicare il Comune”. E già, perché proprio domani dovrebbe tenersi a Palazzo Carafa una riunione per fare il punto sulla situazione sul tema: “Quelli come Giuseppe dove li mettiamo?".

Via Taranto, Giuseppe si rifiuta di lasciare l'abitazione

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