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Cronaca

Gli incendi divorano ettari di canneto a San Foca e Torre Chianca

Vigili del fuoco al lavoro con uomini e mezzi per tutto il pomeriggio fra le marine di Lecce e quelle di Melendugno, dove i roghi sono "rinati" anche dopo un primo spegnimento

LECCE – I primi focolai sono divampati intorno alle 17, fra Torre Chianca e Spiaggiabella. Poi, la notizia di un altro vasto rogo, alla periferia di San Foca, nei pressi di una struttura ormai abbandonata che porta dietro i segni di un passato famigerato, il “Regina Pacis”. Fino a tarda ora, i vigili del fuoco del comando provinciale di Lecce e di vari distaccamenti, sono così stati impegnati a domare fiamme che, in qualche caso, sembravano rinfocolarsi per “miracolo”.

Sintomo di qualcosa che oltrepassa il malcostume della sigaretta accesa lanciata dal finestrino e che si chiama atto criminale, anche quando non ci sono le prove definitive per parlare di gesto doloso. A meno che il Salento non sia improvvisamente diventato la patria dell’autocombustione, che si tratti di automobili o appezzamenti di terreno.

Il vento di scirocco imperversato per buona parte del pomeriggio ha aiutato le fiamme a divorare ettari di canneto. Nelle marine a nord di Lecce, il fuoco è anche arrivato a lambire alcune abitazioni. Ad aprile un episodio analogo, in cui era stata persino inghiottita una cabina dell’Enel. A conti fatti, sono andati a fuoco anche questa volta fra i 4 e i 5 ettari. A lavoro, tre mezzi e un'autobotte. E forse sarebbe il caso di cominciare a indagare sui continui incendi che divampano con sospetta regolarità proprio fra Torre Chianca e Spiaggiabella.

Particolare è stato anche il caso di San Foca. Anche alla periferia estrema della marina di Melendugno, le fiamme hanno divorato diversi ettari di canneto. Qui, peraltro, dopo che i vigili del fuoco hanno terminato di spegnere i roghi, all’improvviso si è ravvivato un nuovo focolaio, a breve distanza, creando un altro fronte. E allora, è evidente la mano dell’uomo.

Di certo, la stagione degli incendi è ormai iniziata e già entrata nel vivo. Nell’area di Gallipoli se ne sono verificati diversi. Ieri l’ultimo, verso Lido Conchiglie. E in senso generale, all’incuria umana, per vegetazione spontanea mai ripulita (annoso problema, costantemente segnalato), sembra inserirsi anche altro, un tentativo continuo di fare terra bruciata, è il caso di dire, spesso anche in zone sottoposte a vincolo dove non è possibile edificare.

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