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Cronaca Guagnano

Uccise il figlio in preda ai fumi dell'alcool, 70enne a processo

Sarà giudicato con il rito abbreviato Enzo Caretto, il pensionato 70enne che lo scorso gennaio a Guagnano ha ucciso a coltellate il figlio Giovanni, 32enne, al culmine di una lite familiare. Le indagini svolte dai carabinieri

LECCE – Sarà giudicato con il rito abbreviato Enzo Caretto, il pensionato 70enne che lo scorso gennaio a Guagnano ha ucciso a coltellate il figlio Giovanni, 32enne, al culmine di una lite familiare. A stabilirlo il gup Vincenzo Brancato, che ha accolto la richiesta del legale dell'imputato, l'avvocato Sabrina Conte. Il processo si svolgerà il prossimo 12 aprile.

Quella che si è consumata in una fredda sera di gennaio del 2012 in via Carlo Alberto Dalla Chiesa, una piccola strada alla periferia di Guagnano (terra di vigneti e negramaro, piccolo comune perso tra le province di Lecce e Brindisi), è una tragedia maturata in un contesto familiare difficile e degradato.

Caretto, una vita trascorsa nello stabilimento Fiat-Hitachi del capoluogo salentino, aveva cercato rifugio nell'alcol per sfuggire ai problemi di una vita difficile, in cui ogni giorno doveva combattere con le gravi patologie di cui erano affette la moglie e la figlia disabile.

La tragedia della follia si è consumata sotto gli occhi atterriti della madre e della sorella della vittima. La donna ha visto il figlio accasciarsi in una pozza di sangue, colpito da un fendente al costato, e ha subito allertato il 118, che ha ricevuto la chiamata di soccorso alle 22.45 e ha allertato i militari dell’Arma.

CARETTO ENZO-4Il 70enne ha gettato il coltello ed è uscito dalla propria abitazione, nel cortile che fronteggia la palazzina bassa dall’intonaco scrostato dall’umidità. Ed è lì, sotto un cielo gonfio di stelle e di dolore, che l’hanno trovato i carabinieri della compagnia di Campi Salentina, coordinati dal tenente Giovanni Carlo Porta, che hanno svolto le indagini per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Al momento dell’arresto l’uomo vaneggiava e correva da una parte all’altra.

Dalle parole dell'uomo era emersa una situazione drammatica, in cui la bottiglia era l'unica consolazione. L'alcol (il 70enne aveva un tasso alcolemico pari a 1,79), infatti, potrebbe aver avuto un ruolo determinante nell'omicidio. Solo a distanza di 24 ore era sembrato che il padre omicida si fosse accorto realmente di ciò che aveva fatto. Nei mesi scorsi l'uomo era stato scarcerato perché incompatibile con il regime carcerario.

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